Tavagnacco: Adegliacco e Cavalicco sollecitano il Comune a verificare i confini con Feletto, scoppia la guerra delle frazioni

di Alessandro Cesare

Va bene sentirsi italiani, va bene anche sentirsi europei. Ma ciò che conta è riuscire a far rispettare l’identità e soprattutto i confini del proprio “campanile”. Ecco perché da Adegliacco e Cavalicco si sta sviluppando un movimento popolare intenzionato a riprendersi un’ampia porzione di territorio del Comune di Tavagnacco finita, nell’uso comune, sotto la competenza di Feletto Umberto. Carte alla mano, Mario Perissutti e Mario Ribis (i portavoce di questo movimento popolare), stanno cercando di far capire al Comune che i cartelli con l’indicazione di Feletto non rispettano i confini storici delle frazioni di Tavagnacco. Tutta la parte a ovest della statale 13, insomma, non apparterebbe a Feletto, ma sarebbe a tutti gli effetti parte di Adegliacco e di Cavalicco. «Non è la statale Pontebbana a fare da confine – affermano i due – e quindi molti degli edifici strategici del comune, come Hypo Bank, piscina e aziende di via Galilei, non rientrano nel territorio di Feletto. Quindi l’ente, oltre a correggere la segnaletica stradale, dovrebbe smetterla di investire risorse solo a Feletto e considerare le altre frazioni come parenti poveri». Adegliacco e Cavalicco vogliono ciò che a loro spetta: il riconoscimento di confini storici e una maggior attenzione da parte delle istituzioni. «A febbraio abbiamo fatto pervenire in Comune la mappa con i confini corretti, ma nessuno ci ha risposto – aggiungono –. La prevaricazione di Feletto nei nostri confronti è continua: loro con più servizi e maggiori possibilità di sviluppo nel Prgc, noi col rischio di perdere residenti e quindi rappresentanza». Dal Comune, a parte qualche sorriso, nessun commento. E gli “agitatori” rilanciano con una provocazione: «Potremmo anche chiedere di diventare Comune autonomo».