Tavagnacco: guard rail “imbottiti”per i centauri


Da protezione efficace per gli automobilisti, il guard-rail si trasforma in trappola mortale per i centauri. Lo dimostrano i dati impressionanti delle statistiche degli incidenti stradali. Lo rende evidente agli occhi di tutti la simulazione di uno schianto effettuata ieri mattina a Feletto Umberto dalla sezione di Udine dell'Anps, dal gruppo motociclistico "Aà manete" e dal laboratorio di bioingegneria industriale dell'Università di Udine, in collaborazione con il Comune. «Se un motociclista riesce a raccontare la propria disavventura di un impatto contro il guard-rail, lo fa al cento per cento con lesioni gravissime Le statistiche sono impressionanti e vedere le conseguenze dell'impatto lo è ancora di più»: rende l'idea Fabio Qualizza, assistente capo della Questura di Udine, presidente del club "Aà manete". Pur nel limite di 50 km/h, nell'impatto con il guard-rail il manichino antropomorfo di un motociclista di 70 chili, con indosso la tuta (donata dal centauro) con cui Luca Tomasin ha vinto l'ultimo titolo di campione nazionale croato, riporta lesioni gravissime, soprattutto da taglio, in tutte le parti del corpo. Lesioni praticamente azzerate nel caso in cui lo stesso impatto avvenga contro un guard-rail modificato, con pneumatici appositamente orientati in modo tale da avere un effetto ammortizzante. «Tutte le lesioni da taglio non si verificano più adottando questi accorgimenti»: spiega Paolo Pascolo, responsabile del laboratorio di bioenergia industriale e del Cism, che utilizzerà i filmati delle simulazioni per studiare poi come gli pneumatici riescano ad assorbire la quota d'urto del motociclista. «Se questa sperimentazione dimostra la possibilità di limitare gli incidenti e salvare vite umane, noi siamo disponibili ad accogliere i suggerimenti anche pratici per modificare il guard-rail»: promette il sindaco di Tavagnacco, Mario Pezzetta, che ha subito aderito all'iniziativa mettendo a disposizione una strada del territorio comunale per il test.
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4 Risposte a “Tavagnacco: guard rail “imbottiti”per i centauri”

  1. Ora è colpa dei guard-rail? Ci saran probabilmente da rivedere alcune installazioni  particolarmente pericolose, ma dire che i guard-rail sono i soli responsabili degli incidenti gravi o mortali credo sia errato. E qualche riga invece sulle responsbilità individuali?

    Ogni anno, con la solita stessa arroganza, parecchi (non tutti certamente ma parecchi) motociclisti appena il tempo diventa più mite,  appaiono sulle strade con esibizioni e comportamenti quasi da competizione!  Sorpassano dove cavolo vogliono… e comunque lanciano la moto a velocità assurde per i limiti presenti sulle nostre strade.  Ti  piomban dietro  l'auto che nemmeno li hai visti arrivare, attendendo il momento buono di trovare lo spazio utile per accellerare "a manetta" ( che poi forse "Aa' manete"  non è nemmeno un buon messaggio che si da, nel chiamare in tal modo un gruppo motociclistico) e poi schizzano via "in piena"!

    Ma dato che ogni categoria di  veicolo ha i suoi imbecilli, per evitare guerre di numeri e accuse reciproche (che non mancan mai) tra automobilisti – camionisti – motociclisti – ciclisti …perchè invece non si cominciano a dare dei numeri reali?  Qualche bella e certificata lista  (da parte della Questura credo o chi per lei ) su quanti motociclisti / automobilisti  in un anno o in un periodo "caldo" (per es. marzo – ottobre) han creato incidenti gravi e/o mortali con responsabilità di chi e verso quali mezzi ?

    Io una lista del genere non l'ho mai vista.. come non ho mai visto per esempio alcuna pattuglia di Carabinieri o della P.S (che con i tagli effettuati da questo pseudogoverno già è un caso vederne una in giro)che abbia mai fermato uno o più motociclisti. Qualcuno ha mai visto  degli agenti fermare motociclisti o agenti  intenti a verificarne i documenti ? Io mai!

    I guard-rail potran anche essere un problema reale… ma i morti per imbecillità propria ci saran sempre e nessuna campagna informativa o di prevenzione si è mai vista, per ora!  La tragedia è che purtroppo, sempre troppe saran anche le morti per imbecillità e responsabilità altrui!

    Luca

  2. @ Luca

    si vede proprio che non sei motociclista altrimenti sapresti un pò di cose sui pericoli che ci sono per strada dunque, ti chiedo, a nome di tutti i motociclisti, di evitare di scrivere di moto non sapendo neanche di cosa parli.
    Grazie.

  3. @ anonimo, commento #2

    in questo blog abbiamo sempre lasciato libertà di espressione a chiunque, a patto che non si insultasse nessuno.

    Capisco che le parole di Luca possano risultarti fastidiose, ma sarebbe molto + costruttivo da parte tua, se  entrassi nel merito e spiegassi a Luca perchè e in cosa sbaglia nelle sue analisi.

    Altrimenti risulta essere solo un tentativo di delegittimazione a prescindere, sgradevole, arrogante e per di più non firmato.

    Aspetto le tue considerazioni nel merito di ciò che dice Luca

    Mandi
    blogdialdorossi

  4. Forse il pubblicare solo l'acronimo non rende particolarmente chiaro di cosa o chi stialavorando a questo progetto.
    ANPS sta per Associazione Nazionale Polizia di Stato, da nome si capisce che è un'associazione che riunisce operatori della Polizia di Stato in servizio ed in quiescenza.
    QUesta precisazione mi pare doverosa perchè ritengo che di certo alla Polizia, con la sua eccellenza, la Polizia Stradale, o alle altre forze di Polizia non possa essere mossa l'accusa di non fare sicurezza dinamica sulle nostre strade. Siamo in prima linea tutti i giorni esponendoci quotidianamente a rischi proprio per far rispettare le norme del codice della strade, che mi piace definire come morme di corretto utilizzo delle nostre infrastrutture.
     Premesso questo, e condannando al pari dell'altro lettore il comportamento scorretto di certi centauri, con queste prove, effettuate con un manichino avente caratteristiche biotecniche simili all'uomo, abbiamo dimostrato che una scivolata a soli 50 km/h, quindi nei limiti di velocità delle nostre strade, le lesioni riportate nell'impatto con un guardrail sono devastanti.
    A riprova i molti motociclisti che muoiono o subiscono menomazioni se impattano con questo sistema di protezione che, ripeto, riteniamo utile ed indispensabile.
    Ciò che si chiede è che la classe politica, recependo delle direttive già emanate, abbia ad omologare dei nuovi guard rail che permettano, oltre che la protezione degli autoveicoli anche quella degli utenti deboli, i ciclisti e i motociclisti.
    Non dobbiamo esaminare un sinistro da un solo punto di vista. Vi è la necessità di distinguere, in un sinistro, quali ne siano state le cause e quali gli effetti. Quali sono le cause dell'incidente e quali le cause delle lesioni.
    Fermo restando che biasimiamo e condanniamo ogni eccesso ed ogni mancato rispetto delle norme imposte vogliamo supportare questa campagna sostenendo che impattare contro i guard rail è rischiare la morte.
    In Italia, abbiamo abolito questa punizione (per fortuna). Ora non voglio credere che il lettore che ha espresso il commento precedente abbia il piacere e sostenga volutamente che l'infrazione di una norma del codice della strada debba comportare come punizione estrema la morte. Mi rifiuto di credere ciò.
    Installare guard rail di nuova concezione permetterà di giungere su di un sinistro potendo fare i rilievi, accertare velocità e stato del mezzo e se del caso sanzionare con le pene che sono previste dal C.d.S. il centauro. Troppo spesso invece si deve constatare il decesso o l'amputazione di arti e penso che nessuno di noi possa dire che ciò sia giusto.    
    SE poi aggiungiamo che un morto, aldilà degli affetti e della valenza sociale della persona, costa qualche milione di euro in termini economici capiamo anche l'utilità economica di dover salvare delle vite dalle nostre strade.
    Per quanto riguarda la denominazione del gruppo, la sua espressione esatta è "A…Manete" ed è un'analogia tra uno strumento, le manette, di uso quotidiano per gli operatori citati e una parte della moto, la manetta.
    Non istighiamo nessuno al mancato rispetto delle regole, anzi forse è proprio vero il contrario operando sia sulla strda che nella nostra vita sociale proponendoci a scuole, giovani e parti sociali per formare un nuovo utente della strada, più presente e consapevole dei propri limiti.
    MI sono dilungato troppo ma ritenevo fosse corretto fare delle precisazioni per non vanificare il lavoro fatto da tutte le forze di polizia e dall'A.N.P.S. a tutela degli utenti della strada.
    Maurizo Vanin – Vice Presidente Sezione NPS di Udine

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