Tolmezzo: i magistrati dell’Anm del Fvg contrari al rinvio della riforma dei tribunali

(l.d.f. dal MV di oggi)

Lo definiscono uno «spreco di risorse pubbliche» e la fonte «di innumerevoli disagi per gli uffici» interessati alla nuova “geografia giudiziaria” italiana. E ribadiscono con forza la necessità di procedere senza ulteriori esitazioni nel completamento della riforma che porterà alla chiusura di 31 tribunali italiani. Compreso quello di Tolmezzo. Questa volta, a scendere in campo e mobilitarsi contro la recente richiesta di rinvio del piano varato dal Governo Monti sono i vertici della magistratura. Il messaggio è chiaro: no a ripensamenti e ritardi. Un’idea condivisa anche ai piani alti della Procura di Udine. «La Giunta esecutiva sezionale del Friuli Venezia Giulia dell’Associazione nazionale magistrati – si legge in una nota ufficiale trasmessa ieri -, in relazione alla presentazione di disegni di legge che prevedono il differimento dell’entrata in vigore della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, condivide la preoccupazione e la contrarietà espressa dalla Giunta esecutiva centrale, così come dal Consiglio superiore della magistratura, per un’iniziativa che rischia di vanificare una riforma da sempre fortemente voluta dalla magistratura associata, in quanto diretta a una migliore distribuzione delle risorse per garantire maggiore efficienza e contenimento delle spese nell’interesse di tutti i cittadini». In calce, le firme dei magistrati (giudici, procuratori e sostituti procuratori) Francesco Petrucco Toffolo, Mariarosa Persico, Rodolfo Piccin, Lucio Benvegnù, Chiara De Grassi, Dario Grohmann, Francesca Mulloni. Ossia di tutti i componenti della sezione regionale dell’Anm, decisi a fare sentire la propria voce, dopo le recenti notizie sulla decisione della Commissione giustizia del Senato di appoggiare la richiesta di fare slittare di un anno il provvedimento. «Un eventuale rinvio – hanno osservato i magistrati -, oltre a creare spreco di risorse pubbliche vanificando gli sforzi organizzativi nel frattempo espressi dagli uffici giudiziari, in accordo con le amministrazioni locali, comporterebbe innumerevoli disagi per gli uffici interessati, che hanno in parte già adeguato la loro organizzazione, programmando il trasferimento delle attività giudiziarie delle sedi soppresse».