Tolmezzo: Peresson scagionato archiviata l’inchiesta per truffa, rimborsi regolari

di Luana de Francisco.
Potrebbe essersi trattato di «meri errori di gestione contabile». E, a ogni buon conto, l’indagato «non agì con la specifica volontà di frodare la società». Ossia la “Carnia Welcome soc. cons. arl”, di cui Massimo Peresson era ed è tutt’ora il presidente. L’inchiesta, quindi, va archiviata «per infondatezza della notizia di reato». Questo aveva chiesto il pm Letizia Puppa e questo ha di recente deciso il gip di Udine, Matteo Carlisi, nel decreto con cui ha mandato in soffitta l’accusa di truffa ai danni dello stesso consorzio ipotizzata nel 2013 a carico di Peresson per una serie di rimborsi spese ritenuti non giustificati e per le modalità di utilizzo dell’iPad aziendale datogli in dotazione. Una vicenda da poche centinaia di euro, ma sufficiente a guastargli più di qualche sonno. Era stato un esposto a mettere in moto la macchina investigativa. A cominciare dalle perquisizioni che i finanzieri di Tolmezzo avevano condotto sia nell’azienda e nell’abitazione di Peresson, sia nella sede di Carnia Welcome e negli studi dei suoi commercialisti. Ma le argomentazioni illustrate dal difensore, avvocato Maria Rosa Conte, e l’esame della documentazione allegata a fine indagini hanno convinto il pm dell’assenza di condotte truffaldine. «In particolare, la modestia degli importi contestati (1.377,31 euro) – ha osservato il gip – consente di escludere il dolo del reato di truffa. Peraltro, sorge anche il dubbio che i fatti vadano derubricati nell’ipotesi dell’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, non essendoci stati artifici, ma solo la presentazione di ricevute “non rimborsabili” che la segreteria, con un po’ più di diligenza avrebbe potuto facilmente stornare dal totale. Dal che non costituirebbe reato – conclude –, non essendo stata mai superata la soglia di punibilità di 3.999 euro». Ovviamente soddisfatto, Peresson commenta con serenità la notizia. «Non ho mai avuto niente da rimproverarmi – dice – e non ero particolarmente preoccupato. Ma in quel periodo nacque il mio quarto figlio e non sono riuscito a godermi come avrei voluto quel momento. Chi mi ha denunciato – continua –, lo ha fatto per dispetto: una piccola vendetta, per la quale sto valutando con l’avvocato Massimiliano Basevi se procedere per le vie legali. Per ora, comunque, mi basta sapere che la giustizia ha dimostrato la mia correttezza».