Tolmezzo: riflessioni di un consigliere comunale a fine mandato

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di Adriano Rainis.

Questo per me è il momento degli esami di coscienza e del tirar le somme. Comunque non posso prescindere dal rapportare il mio recente passato amministrativo con le prossime elezioni amministrative comunali. Ho passato una vita intera a cercare di capire il rapporto fra le mie idee e l’applicazione delle stesse in politica, sempre cercando di rispettare al massimo il pensare dell’avversario. Ho cercato di costruire negli anni la figura di amministratore di parte, ma aperto al discorso con tutti. Credo di aver capito come tutte le idee politiche abbiano diritto di cittadinanza in uno stato libero e laico. Sono convinto altresì che non sia molto coerente cercare di mettere insieme politiche diametralmente opposte, persone latrici di messaggi politici particolari, specifici e contrapposti.

Un amministratore così può governare o meglio può far governare altre persone con lui essendo entrambe latori di idee sostanzialmente opposte?

Posso io che, come mi ha insegnato un grande padre e combattente per la libertà individuale, celebro la ricorrenza del 18 gennaio 1992 per ricordare sua figlia come 22 anno dalla sua fine, costringere coloro che il 9 di febbraio  saranno davanti alla clinica la Quiete, con candele in mano a pregare, dopo cinque anni da quella che loro chiamano la sua morte,  per l’anima di Eluana, a governare soluzioni eticamente valide che un comune deve adottare per l’applicazione completa delle libertà individuali?

Posso io obbligare a stare con me persone che difendono a prescindere l’istituzione di pubblica sicurezza, sapendo che quelli come me, pur riconoscendo alla stragrande maggioranza delle forze dell’ordine di operare al servizio del cittadino, credono che i poliziotti che hanno pestato a morte Aldovrandi e Cucchi dovrebbero essere espulsi dai corpi che garantiscono la sicurezza pubblica?

Posso io pensare che coloro che siedono in maggioranza con me che, nel mentre io che odio tutte le false ideologie dietro quali si sono nascoste prevaricazioni del potere sul popolo compreso il comunismo reale, cerco di togliermi dal peso delle ideologie, reputano di non vergognarsi del essere fascista e costringerli a fare una scelta di parte?

Posso io costringere persone che vedono l’esercito in un ruolo centrale, governare con me che reputo l’acquisto degli F-35 come soldi sprecati?

Posso io credere che persone che non la pensano come me della risoluzione ONU contro le responsabilità della chiesa per aver nascosto il problema dei preti pedofili e cioè che le stessa sia giusta ancorché tardiva, si allineino a detta risoluzione cercando nel contempo di separare i meriti della chiesa e dei tanti sacerdoti in prima linea contro miseria e degrado, dagli atti schifosi di alcuni di loro contro i bambini e che l’autorità ecclesiale debba rendere pubblico nomi e cognomi?

Posso io chiedere a tutti gli amministratori di dare un segnale ai cittadini di forte di serietà riducendo i costi della politica e la conseguente pratica della distribuzione di posti, con metodologie condivise che, senza andare a detrimento dell’efficienza amministrativa, portino alla massima partecipazione delle capacità che un consiglio comunale sa esprimere?

 Certo amministrare una città come Tolmezzo significa spesso condividere con tutti le soluzioni per i problemi che ultimamente si sono moltiplicati e sono particolarmente stringenti e che non hanno trovato la minima soluzione da parte delle maggioranze che hanno governato la città negli ultimi quindici anni. Però le persone, tutte rispettabili, con idee totalmente differenti , che vogliono governare assieme questa città, non possono essere messe continuamente in difficoltà da una minoranza che, con la necessità di essere unita, potrebbe acquisire valore politico ed a volte cambiare i numeri della maggioranza, evidenziando ciò che divide inequivocabilmente piuttosto che quello che unisce.

Per questo io, che rimarrò esterno a questa amministrazione, invito coloro che hanno in testa l’idea che si possa governare con certa destra populista, di ripensare, riesaminare e proporre chiaramente alla visione di tutti i cittadini le proprie strade programmatiche e le scelte etiche che saranno incluse nel documento. Non credo sia possibile governare comunque o a prescindere, credendo solo nella necessità di assemblare liste eterogenee per potere vincere.

Proporrei ai candidati di concentrarsi su quello che possiamo fare come centrosinistra, cercando strade che riportino l’elettorato che ci ha abbandonato ed le pure scelte numeriche che non hanno soluzioni politiche possibili e condivise.

 

2 Risposte a “Tolmezzo: riflessioni di un consigliere comunale a fine mandato”

  1. Concordo con Adriano Rainis. Ed anche per questo motivo, ma non solo, per sapere chi rappresenterà i laici, sto chiedendo linee programmatiche ai due candidati della sinistra. Infatti di loro nulla si sa, tranne dicerie da bar su Brollo, che circoleranno sinchè egli non presenterà delle linee programmatiche.
    Per me, socialista e cristiana ed eticamente laica sui temi fondamentali che agitano il cattolicesimo e che pare ne siano il nerbo, cioè il testamento biologico, l’applicazione della legge sull’aborto, il divorzio, la contraccezione, è importante sapere se i laici saranno rappresentati a sinistra, se noi, che non siamo seguaci di don Geretti e della parrocchia, potremo far sentire la nostra voce.
    Ma se Tolmezzo ormai è in mano alla parrocchia, che rappresenta la destra oltranzista cattolica e la linea vaticana che vede nella santificazione di Giovanni Paolo II e il riconoscimento delle apparizioni di Mediugorjie i propri obiettivi; che sostiene la mostra di Illegio, curata dal privato gruppo comitato di San Floriano, (con spese per l’affitto opere d’arte straniere, trasporto assicurazione, ben poco rientro in loco come immagine e denaro) avverso la valorizzazione delle opere d’arte locali;
    se Tolmezzo è ritornata a prediligere lo sport, spesso di fatto agonistico, retto da società private e superfinanziato dalle amministrazioni Zearo e precedenti,come unica forma di svago; se nessuno sa dirmi che fare della piazza, del piano del traffico e di altre quisquiglie, se nessuno sa dire come cercare di venire incontro ai cittadini che fanno la differenziata e cercano di avere pazienza nei giorni di maltempo, a fronte di un’ amministrazione che continua ad attendere, sviscerando i problemi ma guardandosi bene, secondo me, dal cercare dar loro una risposta che pur compete o di prendere una posizione decisa come si sarebbe dovuto e potuto fare per la salvezza del tribunale restituendo la fascia tricolore; se nessuno mi dice come trovare uno spazio comunale per pubblici incontri e manifestazioni, che di fatto non esiste, non so che farci e non ho tempo da perdere “di bant”. Naturalmente questo è solo il mio attuale pensiero, e come tale passibile di critica.

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