Tolmezzo: sicurezza e imprevedibilità dei cani, alcune norme da seguire

di Paolo Aita (già pluricampione italiano e mondiale di caccia con il cane da ferma).

Proprio qualche giorno fa, spulciando nella vecchia corrispondenza, ho trovato una mia lettera dell’aprile 1994. Per oggetto, strana coincidenza, la pericolosità di certi comportamenti nei confronti dei cani. Scrivevo così al sindaco di un paese della Carnia, accreditandomi di cinquant’anni di vita in compagnia di cani e dieci anni di impegno specifico nel settore dei cani da caccia: «Forse non da tutti è risaputo che un cane del peso di 30 kg ha una potenza di mascelle che gli permette, con un morso male assestato, di uccidere una persona. Anche il cane più pacifico, in circostanze particolari, può reagire in modo imprevedibile per chi non ha esperienza. Il pericolo aumenta di molto nei confronti dei bambini». Aggiungerei che per i bambini può essere pericoloso anche un cane di peso assai inferiore. Tra le altre cose, chiedevo anche una maggiore severità dell’autorità pubblica nel controllo di certi comportamenti irresponsabili da parte di proprietari di cani. Recentemente sono state emanate norme assurde che fanno distinzione tra razze di cani. Rimanendo all’elenco di razze, pubblicato sul vostro servizio, noto che non compare il dobermann, l’alano, il pastore tedesco e quello maremmano e via elencando. Va ricordato che solo di razze certificate ne esistono centinaia, ridicola quindi la pretesa di individuarne alcune cui dare la patente di pericolose (e gli incroci come li definiamo?). Queste norme, evidentemente, hanno solo lo scopo di mostrare la sensibilità dei politici nei confronti di tragedie come quella di ieri, che suscitano sentimenti di commozione e di partecipazione nell’opinione pubblica. In casi come quello in oggetto, quali sono i provvedimenti? Cercare responsabilità tra i proprietari, già distrutti dal dolore? Uccidere il cane, colpevole di essersi comportato normalmente da cane? Quanti sono i cani che non reagiscono, per esempio, quando gli mettiamo le mani nella ciotola mentre mangiano? Non è una questione di razze è una questione di carattere del soggetto e di educazione da parte del proprietario. Quanti sono i proprietari che conoscono la psicologia canina? Quanti sanno che il cane è portato a considerare il bambino piccolo come un suo concorrente nelle attenzioni dei padroni? Le anagrafi canine comunali potrebbero fare molto, distribuendo a tutti gli iscrittori un manualetto con poche importantissime istruzioni di comportamento. Molto potrebbero fare anche i regolamenti comunali (che paiono attenti solo ai centri storici e ai parchi pubblici), obbligando i proprietari di cani a non uscire mai con il cane senza portarsi dietro un guinzaglio. Questa trasgressione è caratteristica degli abitanti della campagna, ma anche di certi presuntuosi cittadini, desiderosi di fare sfoggio dell’addestramento perfetto del proprio cane. Sono tante le circostanze in cui un guinzaglio potrebbe essere indispensabile. Non mi dilungo oltre, anche se avrei moltissime altre cose da dire.