Torviscosa: i soldi per la Caffaro dirottati al ponte sullo Stretto


Strane norme quelle emanate dal Cipe in questi ultimi tempi: dopo i 140 milioni di euro erogati per salvare i bilanci fallimentari del comune di Catania, adesso salta fuori che vengono scippatele risorse per le aree da bonificare, per poter  finanziare il piano Berlusconi delle grandi opere e i particolare il ponte sullo stretto.

Francesca Artico dal MV di oggi

Spariscono i fondi nazionali per le bonifiche delle zone industriali inquinate, fra cui la Caffaro di Torviscosa. Il Cipe, infatti, ha trasferito gli oltre tre miliardi di euro previsti per il risanamento delle aree degradate al piano per le grandi opere, varato dal governo Berlusconi. Fra queste il ponte sullo Stretto di Messina, inserito come priorità. Un cambio di destinazione, in contrasto con gli annunci di qualche giorno fa del ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola, che sembra mettere la parola fine all’ipotesi di un finanziamento statale per affrontare l’emergenza Caffaro in Friuli. La conferma da Roma arriva all’indomani di un vertice con i sindacati della chimica tenuto proprio al ministero di via Veneto. Ed è subito allarme tra le parti sociali: «A questo punto per l’azienda si profila l’amministrazione controllata o il fallimento».<br />
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica il 9 marzo scorso ha infatti inglobato al “Fondo strategico per il Paese” a disposizione del presidente del Consiglio dei ministri, “con voce di utilizzo diverso e diversificato”, i soldi per le bonifiche dei 26 siti individuati come priorità (tra i quali c’erano appunto Trieste e la laguna di Grado e Marano). Restano soltanto 50 milioni di euro per l’intero Paese, che però andranno ai tre siti ritenuti “immediatamente operativi”: Fidenza, considerato di interesse nazionale, Ravenna e Massa Martorana (di interesse regionale). Il Friuli dunque resta escluso.
A lanciare l’allarme è stata ieri la segreteria nazionale Filcem-Cgil ai colleghi udinesi, dopo aver partecipato a un incontro, il 27 marzo, al ministero. Un vertice, al quale erano anche presenti le altre segreterie nazionali sindacali del settore chimico, nel corso del quale è stato presentato l’elenco dei siti individuati per “oggettiva priorità” sulla base dei 166 che avevano fatto richiesta: tra questi cui era stato inserita anche Torviscosa, primo passo verso l’assegnazione del fondo speciale. Fondo che, però, non esiste più.
«La Regione che ha individuato il sito – afferma Roberto di Lenardo (Filcem-Cgil di Udine) – a questo punto deve farsi sentire: non può oggi lasciarsi portare via questi soldi da Torviscosa, in quanto è chiaro che ormai, senza tagli e risorse, non si faranno accordo di programma e bonifiche, con tutto ciò che questo comporterà. Danno ambientale e bonifiche a questo punto non verranno eseguiti, e pertanto si profila per la Caffaro di Torviscosa o l’amministrazione controllata o il fallimento, che a questo punto fanno capire che ci sono precise responsabilità non soltanto dell’azienda ma anche di altri soggetti. È inutile che il ministro Scajola venga a dire in regione che l’azienda non ha colpa per 70 anni di inquinamento, quando poi il suo Ministero si lascia portare via i soldi dalla Presidenza del consiglio: un po’ di coerenza ci vuole. A questo punto Ministero all’ambiente e Ministero per lo sviluppo economico vengono esautorati da ogni possibile decisione».

2 Risposte a “Torviscosa: i soldi per la Caffaro dirottati al ponte sullo Stretto”

  1. Aggiornamento 31/03/2009

    Per l’on.Ivano Strizzolo (Pd), sarebbe una grave beffa se il Friuli Venezia Giulia fosse escluso dal riparto dei fondi per la bonifica dei siti inquinati. Nell’annunciare un’interrogazione urgente al Governo, Strizzolo ha fatto riferimento alle notizie relative al cambiamento di destinazione di tre miliardi di euro gia’ stanziati a bilancio per bonificare diverse aree degradate del Paese, ricordando la laguna di Marano e Grado, l’area di Trieste e la zona di Torviscosa, dove – ha sottolineato – sono a rischio circa mille posti di lavoro.

  2. Bon, bon, viodût che a riscjo e je ancje Triest, pust stâi che cheste volte i parlamentârs furlans a fasin alc ancje pal Friûl….

    Sperin che no puartin a cjase i bêçs par Triest e si dismentein dal Friûl…

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