Udine: un rene in cambio di un posto di lavoro, il dramma della disperazione

Un impiegato friulano rimasto senza lavoro ha pubblicato un annuncio su Internet offrendo un rene in cambio di un posto di lavoro o di 100.000 euro. L'annuncio e' stato scoperto dalla Polizia Postale di Udine durante l'attivita' di controllo e monitoraggio dei siti Internet e, su invito della stessa Polizia Postale, e' stato immediatamente rimosso dal provider gestore del sito, venerdi' scorso.  "Offro rene per un lavoro o per 100.000 euro. Per favore, contattatemi. Ho bisogno di lavorare": la fame, la disperazione ha spinto un impiegato friulano di 52 anni, rimasto senza lavoro da più di un anno, a mettere in vendita un pezzo del proprio corpo "per continuare a vivere" <br />
A leggere l'annuncio su un sito Internet, con tanto di numero di cellulare, è stata la polizia postale di Udine durante l'attività di controllo e monitoraggio della Rete. All'inizio gli investigatori hanno pensato a uno scherzo, a una vendetta, a un'operazione per screditare il proprietario del telefonino che, invece, una volta contattato, ha confermato tutto e ha svelato i particolari di un dramma umano e sociale nel quale, un pò alla volta, la perdita del lavoro ha gettato lui e la sua famiglia. La polizia, con la collaborazione del provider, ha subito fatto rimuovere l'offerta che, fino a venerdì scorso, era visibile da ogni parte del globo sulla pagina degli annunci locali di un sito nazionale. Ha inoltre inviato una dettagliata informativa alla Procura della Repubblica di Udine per ogni eventuale ulteriore valutazione della vicenda. Ora, senza ammetterlo esplicitamente, spera che qualcuno contatti l'impiegato per ridargli una speranza.

L'uomo, fino a maggio di un anno fa, aveva un ruolo di primissimo piano in un'azienda privata friulana. Era il responsabile amministrativo dell'intera struttura, un 'quadro' di peso, che conduceva una vita più che agiata, con la sua famiglia, moglie e figli, tutti studenti sotto i 20 anni, e casa di proprietà nel comune di Udine. Poi la crisi, che – ha raccontato lui stesso alla Polizia Postale – colpisce duro e lo manda a casa. E' l'inizio della fine: alla perdita del lavoro segue una grave crisi familiare. Lui non è più in grado di mantenere lo stesso tenore di vita; gli amici si diradano; la serenità svanisce e un nuovo lavoro non arriva. Alla fine, si separa dalla moglie, che resta a vivere in quella che era la casa di famiglia con i figli.

Lui è costretto a prendere in affitto un minuscolo monolocale, sempre a Udine, e, sempre più solo e sempre più disperato, dopo aver esaurito anche le ultime risorse che aveva da parte, comincia a vivere di espedienti, in una condizione – riferisce la Polizia Postale – di progressivo degrado, fino al limite dell'indigenza, per lui che, per anni, al lavoro era andato ogni giorno, in giacca e cravatta, stimato e rispettato. Anche la ricerca di un nuovo posto di lavoro non fa che aggiungere frustrazione a frustrazione. La polizia postale ha accertato che quello con l'offerta del rene non era che l'ennesimo, disperato annuncio pubblicato sempre sullo stesso sito nel tentativo di trovare un lavoro, qualunque lavoro – ha raccontato – pur di avere la possibilità di continuare a vivere in una casa. Un appello – riferisce la polizia – che resta in piedi anche oggi, anche senza annunci su Internet e senza rene in cambio.

4 Risposte a “Udine: un rene in cambio di un posto di lavoro, il dramma della disperazione”

  1. aggiornamento del 18/07/2010

    «Una tragedia, per fortuna solo sfiorata, ma sicuramente annunciata». I sindacati non hanno dubbi. Da tempo vanno denunciando il rischio che la crisi da economica diventi sociale perché troppe sono le famiglie friulane in difficoltà. Operai, ma anche impiegati, liberi professionisti, persino imprenditori. «Perché rispetto alle altre crisi – dice il segretario della Cisl, Roberto Muradore – questa volta sono coinvolti tutti i settori. E così non c’è la possibilità di trasferirsi dall’industria all’agricoltura o al terziario e viceversa. Dal manifatturiero al commercio, senza dimenticare l’edilizia, le difficoltà non mancano, i numeri parlano chiaro. Quello che manca invece è il lavoro». E se fino a oggi a sostenere le persone rimaste senza lavoro c’erano gli ammortizzatori sociali, domani la disoccupazione diventerà reale. «E per molte famiglie, senza nemmeno l’assegno della cassa integrazione – ripetono da tempo Cgi, Cisl e Uil – sarà impossibile arrivare alla fine del mese». Ogni giorno, agli sportelli del sindacato e nei centri per l’impiego pure si presentano decine e decine di ex lavoratori in cerca di un’occupazione, ma le offerte sono poche. «Soprattutto per chi si trova in un’età avanzata – spiega Muradore – è più difficile ricollocarsi. A 50 anni non è semplice ripartire da zero e imparare un altro mestiere e le aziende preferiscono assumere persone giovani da formare. Così per chi esce dal lavoro in quella fascia di età, le difficoltà sono ancora più grandi. Insieme alle donne e ai migranti sono sicuramente la categoria di lavoratori più penalizzata. Ed è chiaro che per chi ha una famiglia da mantenere e un mutuo o un affitto da pagare la disoccupazione diventa un dramma insostenibile che in alcuni casi evidenzia anche la fragilità dell’attuale modello di vita basato sul materialismo neo liberista e la mancanza di valori e principi che a mio giudizio sono concausa di questi gesti estremi».
    Per cercare di favorire la ripresa, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto la stesura di un piano con l’obiettivo di rilanciare l’economia. «Ma – conclude Muradore – stiamo ancora aspettando una risposta concreta. E nel frattempo i disoccupati aumentano (soltanto nei primi 5 mesi dell’anno in provincia di Udine ci sono stati 1.432 licenziamenti, ) e la cassa integrazionestraordinaria fa segnare valori record con aumenti del 756% (sempre nei primi cinque mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso): una vera e propria bomba a orologeria perché quando scadrà l’ammortizzatore sono più di 7 mila le persone che rischiano il loro posto di lavoro».

  2. Dramma dell'indifferenza.
    Mi ha colpito molto questa storia che penso sia comune, ma in modo particolare il diradarsi degli "amici". Fa molto pensare la leggerezza ed ipocrisia dei rapporti sociali in voga in questi tempi,  ma credo anche che il signore caduto in miseria,  sarebbe stato altrettanto indifferente di fronte ad un amico in difficoltà. In fondo questo signore non mi fa pena. Che provi cosa significa far fatica a vivere.

  3. Forse la persona incattivita del commento precedente conosce bene la parte oscura degli umani.
    Certo non ci sono solo stronzi al mondo, ma in noi esiste una parte di stronzite che si rivela quando vengono ad essere toccati interessi privati. Aiutare una persona a volte non è vantaggioso, non so se mi spiego. Quindi la si lascia anche nella cacca, che si ammazzi pure… così va il mondo. Non fingiamo  buonismi ipocriti. E poi basta guardare complessivamente il mondo e tutte le ingiustizie che lo avvolgono per capire che la regola vale nel piccolo come nel grande. Mi viene in mente un bellisimo film: " Pursuit Of Happyness" con will Smith, che traduce in immagini quanto da me sopra scritto.
    Saluti.

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