Vajont: per non dimenticare il 9 ottobre 1963


9 ottobre 1963. Dal monte Toc, dietro la diga del Vajont, si staccano tutti insieme 260 milioni di metri cubi di roccia, cascano nel lago dietro la diga e sollevano un’ondata di cinquanta milioni di metri cubi. Di questi cinquanta milioni, la metà scavalca la diga: solo venticinque milioni… Ma più che sufficiente a spazzar via dalla faccia della terra cinque paesi: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè. Duemila i morti."

(dal libro Il racconto del Vajont di M. Paolini e G. Vacis).

La storia di queste comunità venne sconvolta dalla costruzione della diga del Vajont (torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave) che determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale. Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 si elevò un’immane ondata che seminò ovunque morte e desolazione. <br />
Sono stati commessi tre fondamentali errori umani che hanno portato alla strage: l’aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico; l’aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza; il non aver dato l’allarme la sera del 9 ottobre per attivare l’evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio d’inondazione.
La testimonianza dell’epoca di un dottore: "Era cessato il vento e persistevano violenti scuotimenti della terra, un rumore indefinibile molto forte, come di un tuono estivo, moltiplicato per cento (…) non appena si è verificato il colpo di vento ho sentito venire dal paese un urlo prolungato di più voci…".
La causa penale dura oltre 8 anni:
vengono rinviati a giudizio 11 imputati;
nel processo di primo grado, il PM chiede una condanna per 158 anni complessivi;
il giudice afferma in sentenza che “la frana non esiste dal punto di vista giuridico…” e condanna, per il solo mancato allarme, 3 imputati per 12 anni complessivi;
in sede di Appello la condanna è ridotta a complessivi 4 anni e 6 mesi;
in sede di Cassazione viene ampliata la responsabilità e ridotta la pena a due soli imputati per un totale di 2 anni e 8 mesi.
Causa Civile
Intentata contro l’ENEL dal Comune di Erto e Casso e poi da quello di Vajont. Nel 2000, a 37 anni dalla catastrofe, la sentenza definitiva obbliga l’ENEL a pagare danni per 6.109.685 €.

Una risposta a “Vajont: per non dimenticare il 9 ottobre 1963”

  1. Povere le vittime! hanno pagato con la vita l’errore di chi alla fine ne è uscito indenne. é vero in Italia si dovrebbe cambiare la giustizia perchè OGGI COME IERI, IN ITALIA LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI, tutela chi ha i soldi ed il potere. Nel caso del Vajont si è peccato di ingordigia, voluto dalla fame di soldi.
    E’ vergognoso, nonostante 2000 vittime, per non parlare dei superstiti (che al loro volta sono vittime inconsolabili), il processo dura “solo” 37 anni e l’ENEL se ne esce con circa € 6Mrdi di indennizzo? Gli hanno toccato forse solo l’utile di 1 anno di esecizio! Le vittime non valevano 6mrdi di euro valevano l’ERGASTOLO per chi ha sbagliato!!! La gente non doveva morire per colpa dei minchioni che si sono arricchiti e possibilmente, dopo 37 “soli” anni di processo, erano già SCHIATTIATI senza pagare la giustizia umana.

    Siamo ridicoli agli occhi del mondo!

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