Friuli: Capotreno chiama i taxi per i pendolari rimasti a piedi

di Alessandra Ceschia.

Giovane. Giovanissima. È diventata l’eroina dell’R6024, ovvero del convoglio sulla Udine-Tarvisio con il suo carico di pendolari accompagnati a casa uno a uno, nonostante una serie di disguidi, grazie alla caparbietà della dipendente di Trenitalia che ha finito per organizzare un servizio di trasporto a domicilio, a spese dell’azienda, per chi ha perso la coincidenza con il pullman. Venerdì il treno avrebbe dovuto partire dalla stazione di Udine alle 20 per portare i pendolari a Carnia dove, per alcuni di loro, diretti in varie località montane, c’era la coincidenza con l’autobus della Saf già prevista dal biglietto integrato. Causa disguidi, Trenitalia non è stata in grado di far partire il convoglio, e allora si è deciso di posticipare il via alle 20.40, anche per permettere la coincidenza con il treno 11020 delle 20.38 in arrivo da Venezia. Una volta a bordo, però, la capotreno ha verificato le destinazioni dei passeggeri, nel timore che alcuni di loro potessero perdere l’ultima corsa dell’autobus. E ha scoperto che alcuni di loro, diretti a Chiusaforte e Resiutta, rischiavano di rimanere a piedi. Ed è così iniziato un frenetico giro di telefonate, alla direzione Trenitalia e alla Saf. «Molti passeggeri hanno seguito la giovane mentre discuteva al telefono intimando che il bus doveva aspettare la coincidenza, visto che il servizio è integrato» racconta Andrea Palese, rappresentante del Comitato pendolari Alto Friuli. Ma il bus non ha aspettato, è partito come da programma. «Non è la prima volta che Saf, gestore con Trenitalia del servizio integrato sulla Udine-Tarvisio, lascia a piedi qualcuno –

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