Andrea Valcic: in Friuli scuola e cultura non si possono tagliare

Nell’arco di poche settimane ben due le presentazioni di libri dedicati alle scuole, intese nel loro complesso che va dai muri alla storia, dagli eventi che le hanno coinvolte ai personaggi che le hanno frequentate. Si tratta del volume dedicato al liceo classico Stellini e della pubblicazione di Roberto Meroi sugli istituti scolastici udinesi. Se vogliamo fare tris, aggiungiamoci pure l’attenzione di cui è stata oggetto l’Università del Friuli  prima con la "sciagurata" ipotesi di fusione con Trieste, adombrata dall’onorevole Collino, e poi con la protesta dei suoi ricercatori contro la riforma Gelmini.
      Se l’istruzione, e di conseguenza la cultura, sono protagoniste della cronaca, non è che un bene. Si tratta di una concreta dimostrazione dell’importanza che rivestono nel panorama della vita sociale friulana.
      Sono però anche grido d’allarme verso il Palazzo: mantenere l’eccellenza costa, i risultati raggiunti in questo vitale settore non cadono dal cielo. Ciò significa risorse e non tagli, investimenti da approvare nei bilanci.
      E se si tratta di sacrifici, si trovi il coraggio di intervenire su quelle spese della politica che tutti a parole auspicano, ma che nessuno in pratica vuole.