Arta: la manifestazione non da effetti positivi, Terme oltre venti a casa

_Arta non riconfermatidi Maura Delle Case
«Speravamo la manifestazione davanti allo stabilimento termale e sotto il municipio sortisse qualche effetto positivo. Di fatto invece nulla si è mosso. Nell’indifferenza generale sono passate delle settimane e oltre 20 dei 35 lavoratori stagionali puntualmente occupati fino alla scorsa estate nello stabilimento carnico sono ancora a casa». Edoardo Casasola (Filcams Cgil) torna all’attacco della nuova gestione delle terme di Arta. Lo fa a distanza di qualche tempo dalla protesta messa in atto dai lavoratori. Ma stavolta, dopo aver bussato inutilmente alla porta del Comune, si rivolge alla Regione. Una lettera è già stata spedita alla presidente della giunta, Debora Serracchiani, per chiedere l’apertura di un tavolo, «indispensabile – a giudizio di Casasola – per un confronto tra le parti». Passata da quest’anno, previo appalto, in gestione alla casa di cura “Città di Udine”, la stazione termale è attualmente in attività, ma dei 25 stagionali usualmente occupati nello stabilimento, stando al sindacato solo una decina sarebbero a oggi stati confermati. «In spregio – sottolinea Casasola – delle clausole di salvaguardia dell’occupazione garantite dal Comune«. Scrive il sindacalista a Serracchiani: «Le prime decisioni prese unilateralmente dall’azienda, in contrasto con il capitolato d’appalto, in primis quella di non riassorbire parte del personale, aprano scenari preoccupanti e incerti per questa gestione». Da qui la richiesta, reiterata a più riprese dal rappresentante di Filcams, per un incontro chiarificatore con la nuova dirigenza, «che a oggi – denuncia Casasola – non abbiamo però ancora avuto. Per questo ci siamo rivolti alla presidente, sperando che il suo intervento possa fare un po’ di chiarezza».