Arta Terme: si conclude il festival intitolato a Carducci, i vincitori 2015

Forse Giosuè Carducci nel luglio di 130 anni fa avrà fatto colazione sotto quell’ippocastano. Forse no. Ma quei versi che donò – rendendolo immortale – al Comune Rustico sono sempre qui con noi. Versi di un animo colto sensibile (pur accompagnato da un carattere spigoloso come le rocce delle montagne carniche) che hanno rappresentato una bussola per gli organizzatori di Artacultura (squadra folta, articolata e vincente), capaci di richiamare in Carnia – dall’Italia e dall’estero – oltre 400 autori con 1.200 liriche. Una parte dei protagonisti dei primo concorso internazionale “Carducci in Carnia ne Il Comune Rustico” farà “colazione con la poesia”  proprio sotto quell’albero secolare così amato dal premio Nobel (ci piace immaginarlo mentre riposa, si beve un tajùt o butta giù qualche verso). E dopo aver ascoltato Alessandro Canzian presentare “Voci” di Claribel Alegrìa, i finalisti del premio leggeranno le poesie presentate al concorso. Eccoci, allora, ai vincitori, incoronati ieri pomeriggio. Nella sezione “Generale” al primo posto troviamo Ivan Fedeli di Milano (“Meriterebbe di più la Marcella”), seguito dal fiorentino Rino Casalino e dal trevigiano Alberto Trentin. Vincitrice della sezione “Carnia” è Maria Cecchinato di Gorizia (“Il posto della Livia”), davanti a Luigi Gonano (Arta Terme) e a Fernando Gerometta (Vito d’Asio). Dunque il “principe dei villeggianti” è tornato in Carnia per ascoltare le composizioni che in qualche modo ha ispirato. Liriche di oggi che fanno il paio con il bel quadro che Marco Marra dipinse nel 1957, mentre Max Piccini realizzava la scultura comemmorativa a “Dimplan”. Un bel ritratto che ora farà mostra di sé nella sala consiliare del municipio. A testimoniare un legame autentico tra la Carnia e Carducci più forte del tempo e dello scorrere delle stagioni. Un legame – come sottolinea l’assessore Guido Della Schiava, deus ex machina della manifestazione – che vuol essere anche volano e seme per un rilancio dell’offerta turistica e culturale di Arta, del But e della Carnia intera. Nella valle dei poeti tutti ritornano volentieri, attirati dalle «fate de la Tenca» e dalla gente che “insegnò” a Carducci «del Comun la rustica virtù».