Azzano Decimo: l’addio a Matteo Molent


Dal MV di oggi

Non ce l’ha fatta, Matteo Molent, il ventunenne giocatore di basket pordenonese in forza alla Bluenergy Codroipo che era stato colto da un arresto cardiaco durante una partita, in campo lo scorso 20 dicembre al PalaBigot di Gorizia. Il suo cuore ha cessato di battere ieri pomeriggio all’ospedale di Udine e la famiglia , in un ultimo grande gesto di generosità, ha autorizzato l’espianto degli organi.
Molent era uno studente universitario modello alla facoltà di ingegneria dell’ateneo udinese, abitava a Tiezzo di Azzano Decimo, da due stagioni era un’ala di 202 centimetri in forza alla “Bluenergy Codroipo”.
Domenica 20 dicembre aveva perso i sensi in panchina, davanti agli occhi della fidanzata che era fra il pubblico, dopo essere stato richiamato dall’allenatore della formazione codroipese. Matteo era parso affaticato e aveva detto di non essere riuscito a esprimersi al meglio a causa del freddo che c’era al palazzetto isontino. Poi, improvvisamente, si era accasciato. Era intervenuto subito il medico sociale. Poi erano stati chiamati i sanitari del 118. Erano stati attimi concitati. Il giocatore era andato in arresto cardiaco. Dopo venti, interminabili minuti di massaggio cardiaco, il cuore aveva ripreso a battere e il giocatore era stato trasportato al pronto soccorso e poi in rianimazione al “San Giovanni di Dio”, dov’era stato ricoverato con prognosi riservata.<br />
Tutte le fasi dei soccorsi si erano svolte in un silenzio surreale. Strazianti i volti dei compagni di Molent, steso davanti alla panchina e intubato per la respirazione artificiale. Quando il cuore del ragazzo aveva ripreso a battere e il giovane era stato trasportato in barella fuori dal palazzetto, la tensione del pubblico si era sciolta in un applauso liberatorio. Poi, naturalmente, gli arbitri avevano disposto la sospensione della partita.
Sembrava che Matteo, assistito dai familiari e da compagni e amici, che incessantemente avevano fatto la spola da Pordenone all’ospedale di Gorizia, potesse risvegliarsi da un giorno all’altro. Le condizioni di coma farmacologico in cui era tenuto si erano, tuttavia, protratte oltre quanto inizialmente preventivato. Poi un tentativo di risveglio andato male e il trasferimento nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Udine, dove ieri alle 17 è cominciato il periodo di osservazione in vista dell’espianto degli organi.
Ora di Matteo, studente e giocatore modello, restano i bei ricordi e tanti dubbi sul via libera alla pratica agonistica, dopo che l’ultima visita medica aveva segnalato anomalie che avevano determinato la necessità di ulteriori approfondimenti. Ma dopo aver tenuto per un giorno l’Holten (apparecchiatura utilizzata per riscontrare eventuali deficit del cuore), di fronte all’assenza di controindicazioni nei tracciati della macchina, Molent era stato restituito ai campi da basket. Su questo aspetto farà maggiore luce, nelle prossime ore, l’indagine che scatterà automaticamente a Gorizia all’ufficializzazione alla Procura della morte del ragazzo.