Barazzutti: basta con il dibattito sulla gerla, i problemi della Carnia sono altri


Finalmente qualcuno che parla chiaro e in Carnia, quelli che ruggiscono veramente, sono i vecchi leoni come Franceschino Barazzutti. E’ abbastanza chiaro che il dibattito sulla Gerla per qualche ex esponente politico locale è un modo a buon mercato di cominciare la campagna elettorale per le Europee . Franceschino Barazzutti, ex sindaco di Cavazzo, e presidente dell’associazione sindaci del terremoto, una delle voci più ascoltate della Carnia ha seguito con grande attenzione il dibattito che si è sviluppato in questi giorni attorno alla gerla-monumeto.  Boccia l’idea e dipinge un quadro della Carnia di oggi (e di conseguenza di domani) preoccupato, senza però evitare quelli che a suo dire sono i responsabili di una situazione sociale ed economica difficile.Dice Barazzutti: «I problemi della montagna carnica sono ben altri, e trattano di economia in tutti i settori: agricoltura, artigianato, commercio, turismo ed industria, e di rappresentanza, in un momento in cui, un presidente della Regione che viene dalla Carnia, come Renzo Tondo, vuole sopprimere la Comunità montana della Carnia, vero catalizzatore, riconosciuto da tutti, dell’essere carnici. Si sta correndo dietro a un simbolo, la gerla appunto, mentre si è persa di vista la vera sostanza dei problemi della Carnia.» Barazzutti non ritiene che la gerla possa incrementare il turismo, «attuale cavallo di battaglia dei politici tanto che hanno messo in azione anche la campionessa Manuela Di Centa grande sportiva, ma da sempre poco presente sul territorio carnico: mi sembra si voglia cavalcare il problema della gerla in maniera faziosa, partitica piu’ che politica. Oggi va di moda il turismo, ieri l’industria, ma la Carnia ha bisogno di tutti settori dell’economia: è un piccolo compendio di ogni forma economica ed è estremamente difficile sintetizzare queste sue anime in un simbolo.» Barazzutti contesta la scelta e l’autore della stessa, cioè il Cosint «già retto da Tondo e ora supportato dai maggiorenti politici del centro destra.» La gerla è sotto accusa perché essenzialmente un simbolo del passato, «mentre proprio l’area della ricerca e dell’innovazione della piana di Amaro dovrebbe far riflettere su quello che è la realtà attuale e su quello che sarà il futuro della Carnia, mentre il Consit dovrebbe limitarsi a fare infrastrutture e favorire l’insediamento di nuove imprese industriali, lasciando all’unico organo rappresentativo del territorio, nel quale tutti i carnici si riconoscono, la Comunità montana della Carnia, il compito di ricercare, se necessario, il simbolo che rappresenti tutti.” Una ricerca che deve transitare, per Barazzutti, attraverso un concorso di idee ed essere vagliato da una commissione di esperti, autonoma

4 Risposte a “Barazzutti: basta con il dibattito sulla gerla, i problemi della Carnia sono altri”

  1. Aggiornamento del 30/01/09

    Maxi-gerla da realizzare sulla rotonda all’uscita del casello autostradale di Amaro? Continuano i pareri contrari all’idea del Cosint. Questa volta a intervenire è il segretario generale della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti. «Da non carnico affronto in punta di piedi la questione se il “monumento alla gerla” possa rappresentare o meno la comunità locale. Certamente un impegno di denaro (pubblico) non indifferente in una fase economica delicata come questa per un’opera siffatta, dovrebbe consigliare perlomeno prudenza e ad affrontare un percorso di condivisione forte con il territorio di cui, ambiziosamente, intende ergersi a simbolo. I simboli, si sa, sono stati storicamente teatro di polemiche e perfino guerre. Il loro compito è di unire, non di creare divisioni. L’argomento, e l’ampia discussione conseguente, mi dà però l’occasione per intervenire sui temi di più ambio respiro che riguardano l’Alto Friuli. La Cisl, con le sue Categorie, è impegnata quotidianamente ad affrontare le difficoltà delle imprese del Comprensorio. Alcune crisi hanno meritato l’attenzione della stampa, altre, ma non meno significative per i lavoratori e le famiglie coinvolte, si sono consumate e si stanno consumando in silenzio. Una crisi dai contorni preoccupanti come dimostra non solo il quadro delle casse integrazioni, che ormai sebbene a rotazione, hanno coinvolto quasi 5.000 lavoratori, ma anche la quantità crescente di contratti a termine non rinnovati o il mancato turnover. Di fronte ad una situazione del genere, come sindacato ci stiamo muovendo con le forze politiche di maggioranza ed opposizione per cercare di approntare tutti gli strumenti necessari per superare il momento di difficoltà, ma anche per ridare complessivamente al territorio vitalità, efficienza e attrattività» Sul piatto, secondo Colautti ci sono diversi temi: da quello del ruolo di Agemont a quello dell’energia e degli elettrodotti. «Una partita che pare stagnare e che, tuttavia – spiega Colautti – e specialmente in un momento di crisi e per le aziende a forte consumo energetico come quelle dell’Alto Friuli e il loro indotto – è quanto mai cruciale». Ineludibile per la Cisl Alto Friuli è anche procedere nell’avviato processo di riforma del sistema delle autonomie locali o alla realizzazione di infrastrutture fondamentali per il territorio.

  2. COLAUTTI dovrebbe dimettersi prima che qualcuno indaghi sui suoi trascorsi.

  3. Si stanno indirizzando energie nella direzione sbagliata, meno simboli e più lavoro, più manager del territorio e meno politici e per concludere più fatti e meno parole!

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