Beppe for President

Quanto sudore avrà versato Grillo in tutti questi anni per noi? Santo subito. Per la sua dannata voglia di scavare con il badile in un campo di mine. Qualcuna gli è pure scoppiata in faccia, ma Beppe è rimasto quasi sempre illeso. Leggeri graffi, nulla più. Santo subito, allora. Il costante immolarsi per cause giuste ha smosso oceani e monti, ma la natura – porca miseria – rimette sempre le cose come stavano prima. Quanto vale la pena fare ancora il Don Chisciotte?  Il suo Blog è una bomba nelle nostre mani, un ordigno sano, che cerca di distruggere per ricostruire un habitat più vivibile.
In oltre quattromila, ieri sera, al palasport, sotto l’egida dell’Azalea. Anche sui gradoni, dappertutto, pur di non rinunciare ad ascoltare la voce di una pseudo-verità (anche lui non indovinerà tutto), forse l’unica coraggiosa che abbiamo in canna.<br />
Mai è stato così feroce. Mai. Ha una cartuccera piena zeppa di pallottole. E non ha un bersaglio. Ne ha mille. La prima raffica è per Pordenone. Le vittime d’esordio, solitamente, sono quelle locali. Sindaco, testate nucleari ad Aviano, i peccati del luogo. Rimane in tema e Grillo devia a Vicenza, manda a fanc… Bertinotti e ci mette pure la Tav. «Non la faranno mai», dice. «La politica non c’è più. È rimasta una lunga lista di parlamentari, venticinque, condannati in via definitiva». E la sbatte sul grande schermo. Nomi, cognomi, simbolo politico. «Via, sparita anche la democrazia e la legge è sempre più illegale. Così la gente sente il bisogno impellente di farsi giustizia da sola».
Banche? «Quelle italiane sono il massimo dell’usura. Non date i vostri risparmi a nessuno. In Inghilterra sono i cittadini a scambiarsi sul web il denaro con i tassi all’asta. A Genova attendiamo quelli allo zero per cento». Informazione? «Mentre il mondo già sperimenta i giornali on-line, noi non sappiamo nemmeno come funzionano». Una bagarre che ha una sola via di fuga: il mondo virtuale parallelo.
Grillo rovina sui Comuni («una enorme massa costosissima») e su altre centinaia di follie che sopravvivono sotto la bandiera tricolore. «Bisogna tirare fuori le palle», urla ai quattromila di Pordenone. Ci proveremo, Beppe, ma siamo un popolo di stramaledetti individualisti. Non sarà facile.