Carnia: accesi tanti falò per dire no all’elettrodotto

di Gino Grillo.

 Legambiente accende la luce sulle montagne contro l’elettrodotto. Sabato di protesta quello scorso, che ha valicato i confini di Stato fra Austria e Italia. Su sei colli in Italia, e su altri due in Austria, i falò delle associazione ambientaliste hanno detto “no” all’elettrodotto Wurmlach-Somplago di Alpe Adria Energia degli industriali Fantoni-Pittini-Burgo che ha ottenuto la certificazione Via (Valutazione di impatto ambientale) da parte del ministero dell’Ambiente. I fuochi sono stati accesi da un centinaio di volontari, in Italia, in zone site in quota in modo che venissero visti da tutta la valle del But e dalla Conca tolmezzina. Un primo falò è stato acceso a Cesclans di Cavazzo Carnico, due a Verzegnis, a malga Avrint e a casera Presoldon, ben visibili da Tolmezzo, uno sul Pian delle Streghe sul Tenchia di Cercivento, uno sul Colle di San Daniele di Paluzza e uno a Passo Pramosio. Gli austriaci hanno acceso un falò già il sabato precedente sui monti di Mauthen, al Zollnersee Hutte, cosa che hanno ripetuto questo ultimo fine settimana. I fuochi sono stati ben visibili dalle 21 sino alle 23 dai paesi del fondovalle anche a lunga distanza. Naturalmente tutti i falò sono stati accesi in sicurezza, con la presenza anche della guardia forestale. Non sarà questa comunque l’unica protesta contro l’èelettrodotto: Legambiente pare abbia in serbo un ricorso al Tar contro il progetto, in quanto «non soddisfa le stesse richieste avanzate dalla Regione e dal ministero dell’Ambiente. Qualcosa deve essere andato storto nel frattempo», ha detto Marco Lepre, del circolo carnico dell’associazione naturalistica. Sotto accusa pure il Partito democratico e la presidente della Regione, Debora Serracchiani, che non prendono subito una decisione precisa, ma tergiversano. «Serracchiani non ha bisogno di sentire i sindaci, sa già come la pensano. Lo disse anche in campagna elettorale che la giunta Tondo aveva sbagliato ad avvalorare il progetto di Alpe Adria Energia, non ha bisogno quindi di incontrare i sindaci a settembre», ha attaccato Lepre. Un escamotage questo, secondo Aldevis Tibaldi del Comitato per la Vita del Friuli rurale, che non permetterebbe ai Comuni contrari all’elettrodotto di rivolgersi in tempi utili al Tar.

Una risposta a “Carnia: accesi tanti falò per dire no all’elettrodotto”

  1. E i Signori Sindaci dove sono? Qualcuno mi corregga, ma non mi pare di aver sentito ancora delle prese di posizione ufficiali! Cosa si aspetta; l’allestimento dei cantieri e l’arrivo delle ruspe per l’inizio del macello del territorio?

I commenti sono chiusi.