Carnia: acqua, la montagna pronta a mobilitarsi «contro lo scippo»

di Davide Vicedomini.

 

«Ci appelliamo al consiglio regionale affinché legiferi una norma che riporti l’acqua in capo ai nostri comuni». La montagna friulana è pronta alla mobilitazione dopo quello che viene definito “l’ultimo scippo”. L’assemblea dei 28 comuni della Carnia ha, infatti, deciso recentemente la fusione per incorporazione di Carniacque nell’udinese Cafc «Una sorta di centralizzazione – hanno tuonato i comitati di difesa territoriale, nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri nella sede della Regione di Udine – che porterà a un aumento dei costi delle bollette e soprattutto a un allontanamento dei servizi». Ma non solo. «Questa – aggiunge Franceschino Barazzutti, presidente del comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento – è solo un’anticipazione di quello che accadrà a breve, quando il servizio idrico finirà nelle mani della multiutility Hera. Altro che gestore unico regionale. Ci portano via tutto compresa l’autonomia». Si appellano ai sindaci i comitati «affinché ritrovino l’orgoglio e la dignità perduta» e al consiglio regionale «perchè ci tutelino di fronte a questo ennesimo scippo». «L’obiettivo – esclama Barazzutti – è solo quello di fare business. Finirà che l’acqua della montagna friulana scorrerà nei titoli della Borsa riccamente quotata per la gioia di qualcuno e sulla pelle della povera gente». La storia dell’acqua di montagna è «un film drammatico – come lo definiscono i comitati – in tre atti». Prima il servizio idrico è stato affidato all’Ato, poi all’autorità per l’energia elettrica e il gas di Milano «che ha prodotto un buco di quasi 5 milioni di euro a Carniacque», e infine, ultimo atto del 5 ottobre, al Cafc. «Avremo un servizio meno efficace – spiega Antonino Galassi, comitato Acqua Libera, valle del But – e un incremento delle tariffe, peraltro già aumentate in alcune zone del 400% negli ultimi 10 anni». I comitati nei prossimi giorni partiranno con una mobilitazione «illustrando comune per comune, frazione per frazione ciò che sta accadendo». «Non ci sentiamo più tutelati da questo governo regionale al quale abbiamo consegnato la maggioranza per un pugno di voti – tuona Paolo Quercini, del comitato Val Degano – Gli sbagli di Tondo sono stati replicati dalla Serracchiani. Ci hanno tolto il tribunale, le poste, la Coopca. Ora tocca anche all’acqua dei nostri rubinetti. E’ un attacco all’autonomia».