Carnia: assurdo cancellare l’oasi faunistica Avedrugno

Per il consigliere del PD Enzo Marsilio “è assurdo che venga proposta la cancellazione dell’Oasi di Avedrugno, sita tra Ovaro, Raveo e Sauris, in cui è vietata la caccia, e soprattutto che a fare questa richiesta siano proprio quei cacciatori che fanno riferimento al Circolo Friulano Cacciatori, che si è sempre vantato di avere tra i suoi iscritti cacciatori evoluti, rispettosi dell’ambiente”. “Meraviglia inoltre – aggiunge Marsilio – che proprio quando si discute di uno dei pochi casi di eliminazione di un’oasi faunistica, il rappresentante degli ambientalisti nel comitato faunisitico regionale sia assente”. Per il consigliere “sorgono spontanee alcune domande sulla posizione degli ambientalisti regionali che, dopo aver denunciato per anni la mancanza del piano faunistico regionale, da quattro anni stanno in silenzio rivelando un atteggiamento di assoluta convivenza con chi gestisce la caccia a livello regionale”. Si dichiara preoccupato Marsilio “se questo è il modo per gestire in maniera evoluta l’attività venatoria e la tutela del patrimonio faunistico e – per il consigliere – la proposta di cancellazione dell’Oasi di Avedrugno è solo la punta dell’iceberg dei disastri che il presidente della Giunta Tondo e l’assessore Violino consentono di fare a cacciatori che si definiscono evoluti e agli ambientalisti moderni”.

2 Risposte a “Carnia: assurdo cancellare l’oasi faunistica Avedrugno”

  1. Un poeta che in realtà stimo molto poco, tale Charles Maurras, disse una volta che “Bisogna aspettarsi di tutto in politica, dove tutto è permesso, fuorché lasciarsi cogliere di sorpresa” . Ed io devo essere decisamente un pessimo politico, perché non posso negare di essere rimasto sorpreso leggendo sul quotidiano “Il Messaggero” del 26 febbraio l’articolo intitolato “Caccia, Marsilio (Pd): assurdo cancellare l’Oasi Avedrugno “.
    E’ certamente più che legittimo – e va accolto con favore – il “ravvedimento operoso” del consigliere regionale Enzo Marsilio, già assessore alla caccia nella giunta Illy e promotore nel 2008 della “famigerata” legge regionale n. 6 sulla riforma dell’attività venatoria; quella riforma, lo ricordo, fu letteralmente demolita dalla Corte Costituzionale grazie alla presentazione di due memorie: una redatta dagli ambientalisti e una dal Circolo Friulano Cacciatori.

    Ma il mio stupore – quello che mi evoca spontanea la citazione di Maurras – sta tutto nei passaggi dell’intervento di Marsilio in cui esprime “meraviglia” per il fatto che “proprio quando si discute di uno dei pochi casi di eliminazione di un’oasi faunistica, il rappresentante degli ambientalisti in comitato faunistico regionale, Maurizio Rozza, sia assente”. Mi scuso pubblicamente con il consigliere regionale Marsilio e con tutti gli altri ambientalisti che rappresento, ma in effetti a quella seduta non ho potuto partecipare per problemi familiari che ho dettagliatamente illustrato alla presidenza del Comitato. D’altra parte, viste anche le solide radici cattoliche dell’esponente del PD, sono certo che se avesse saputo le ragioni della mia assenza non avrebbe potuto che condividerle. E sono anche sicuro che l’ex assessore non potesse realmente avere alcun sospetto che la mia assenza a quella votazione potesse essere dettata da motivi di opportunismo, certo memore del fatto che il sottoscritto è l’autore materiale di quella memoria contro la “sua” legge, che ha prodotto, tra l’altro, l’ordinanza della Corte Costituzionale con cui il Friuli Venezia Giulia ha dovuto istituire circa 56.000 ettari di aree interdette alla caccia, tra oasi ed altri istituti di protezione. Il consigliere Marsilio può comunque stare tranquillo: nè io nè gli altri ambientalisti cederemo un millimetro sui 300 ettari dell’oasi Avedrugno, e siamo convinti che vinceremo anche questa battaglia.

    Nello stesso articolo Marsilio si chiede poi se il sottoscritto non faccia parte del Circolo Friulano Cacciatori; suppongo che la domanda sia retorica. Penso infatti che Marsilio ricordi benissimo che – proprio al tempo in cui era assessore – ambientalisti e parte “moderata” del mondo venatorio avevano prodotto una petizione comune, sottoscritta da migliaia di persone, con cui si chiedeva di riportare alla legalità la situazione della gestione venatoria del Friuli Venezia Giulia nell’interesse comune della tutela della fauna selvatica. Per conseguire quel risultato il sottoscritto accettò volentieri – da non cacciatore ed ambientalista conclamato – di entrare a far parte del Circolo con lo scopo di portare un confronto costruttivo all’interno di quella associazione. Ma all’epoca Marsilio non si era ancora convertito alla causa dell’ambientalismo, e decise che le istanze di quelle migliaia di persone – ambientalisti, cacciatori e semplici cittadini – non erano degne di essere recepite nella legislazione regionale.

    Ma è acqua passata, ed ogni rancore deve essere abbandonato in nome dell’interesse pubblico della tutela dell’ambiente; e così, al di là dello stupore provato nella lettura dell’articolo, non posso che prendere atto con piacere del nuovo alleato trovato, e spero di trovare il consigliere Marsilio e il partito che rappresenta al fianco mio e di tutti gli ambientalisti in tante nuove battaglie. A cominciare da quella che stiamo per intraprendere, per chiedere al TAR la chiusura della caccia in Friuli Venezia Giulia fino a quando non verrà data attuazione a quella ulteriore parte dell’ordinanza della Corte Costituzionale in cui si impone alla Regione di includere ambientalisti , agricoltori ed agricoltori negli organi di gestione venatoria e non verrà approvato il piano faunistico regionale. Ci stupisca ancora, consigliere Marsilio.

  2. aggiornamento del 08/03/2012

    di DANILO VENDRAME presidente del Circolo Friulano Cacciatori

    Il Circolo friulano cacciatori si rivolgerà alla Corte dei conti per i soldi spesi per il Piano faunistico regionale che giace ancora in un cassetto

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    Le affermazioni del consigliere regionale del Pd Enzo Marsilio, riportate a pagina 30 del Messaggero Veneto dell’edizione del 26 febbraio scorso e contenenti impropri riferimenti al Circolo friulano cacciatori (Cfc), richiedono una risposta. Coinvolgere il Circolo nella vicenda dell’Oasi di Avedrugno è arbitrario, dato che presidenza e consiglio del Cfc non ne hanno mai avuto cognizione. Il fatto che a richiedere la cancellazione di tale oasi siano concretamente membri del Cfc dimostra solo una cosa: il Circolo non è un organismo bolscevico e i suoi aderenti sono liberi pensatori e possono manifestare in piena autonomia le loro opinioni gestionali, purché in linea con le leggi e i regolamenti. In seguito all’intervento di Enzo Marsilio, apprendiamo che si tratta di un’area di soli 300 ettari, insufficienti in montagna per un’efficiente tutela della fauna e dunque non c’è da meravigliarsi se qualcuno ne chiede l’eliminazione al fine di poter gestire, con la corretta caccia di selezione, un territorio altrimenti privo di tutele contro le sempre possibili intrusioni di mute di segugi provenienti da attigue riserve dove si pratica tale disastrosa forma di caccia. Non volendo certo credere che le preoccupazioni di Enzo Marsilio siano rivolte a salvaguardare la possibilità di tali intrusioni, rileviamo con sorpresa l’inedita sensibilità da lui manifestata nei confronti della protezione della fauna, sensibilità mai in precedenza palesatasi dato che fu proprio Marsilio, da assessore alla caccia nella Giunta Illy, a portare ad approvazione, contro tutte le autorevoli opinioni contrarie, la nefasta Legge 6/2008, vale a dire la vigente legge sulla caccia del Friuli Vg. La peggiore legge in materia che sia mai stata scritta, non soltanto in Friuli Venezia Giulia, su questo argomento. Una norma che praticamente, ma non solo, non tiene in alcuna considerazione la tutela della fauna ed esclude dalla gestione le associazioni ambientaliste, i sindacati agricoli e gli enti locali, risultando così gravata da illegittimità riconosciute dalla Corte Costituzionale nel maggio del 2009, in seguito a un esposto del Circolo Friulano Cacciatori, e ancora oggi vergognosamente non sanate da chi avrebbe avuto il dovere di farlo con sollecitudine. Vale a dire dall’assessore Violino e dalla maggioranza di centrodestra. Ciò sia detto per smentire ogni contiguità del Cfc con qualsivoglia parte politica. Il Cfc è attiguo solamente con coloro che vogliono in concreto e non a parole tutelare la fauna, senza cedere alle pretese predatorie dei peggiori fra i cacciatori, o agli isterismi abolizionisti di certe associazioni animaliste. Infine siamo allibiti nel leggere i riferimenti di Enzo Marsilio all’effettivamente scandalosa mancanza del Piano Faunistico Regionale, che la Regione avrebbe dovuto adottare già nel 1992. Allibiti perché proprio sotto l’assessorato Marsilio fu conferito ai migliori tecnici l’incarico di redigere le linee del Piano Faunistico Regionale. Peccato che la bozza tecnica del piano, per retribuire la quale fu spesa un’ingente cifra, sia stata messa in un cassetto e mai più tirata fuori di lì. Gli accenni beffardi di Marsilio ci hanno fatto ritornare alla mente la circostanza, per cui ora il Circolo Friulano Cacciatori predisporrà un esposto alla Procura della Corte dei Conti per capire: 1) quanti soldi siano stati spesi (si parla di alcune centinaia di migliaia di euro) per il lavoro dei tecnici faunistici; 2) il motivo per cui questo lavoro non si sia tradotto nel Piano Faunistico Regionale; 3) se qualcuno debba o meno risarcire l’erario pubblico per il denaro sborsato. *

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