Carnia: Daniele Cortiula avanti ancora insieme a Vilma, stavolta vincono con “File e daspe”

di Tania Arijs

Impareggiabile scalata dello chef carnico Daniele Cortiula su Raiuno: anche ieri, dopo le tre vittorie precedenti, lui e Vilma Puntel hanno vinto a “La prova del cuoco” con una percentuale di voti che segna sempre più il distacco dagli avversari. La performance contro i due cuochi abruzzesi, fermatisi al 29%, è infatti valsa loro il 71% dei voti, dopo il già lusinghiero 68% agguantato nella puntata contro il Trentino Alto Adige. La prossima sfida sarà con la Calabria. Ieri, per sbaragliare i cuochi abruzzesi, lo chef del “Teatro” di Tolmezzo ha messo in campo “file e daspe” (patate lesse con una speciale crema di formaggio) e “cupoletta di trota affumicata ripiena di mele verdi e panna acida”, con l’affumicatura su legno di pero fatta in diretta tv e con un contorno di germogli di cavolo rosso, aglio e melograno. La particolarità delle proposte ha suscitato nella conduttrice, Antonella Clerici, una domanda: «Ma te li sogni di notte questi piatti?». In realtà, come ci ha spiegato più volte Daniele, la sua cucina cerca un continuo legame tra tradizione e prodotti tipici locali, il tutto condito da un pizzico di creatività e innovazione. La cura dei dettagli che Daniele e Vilma dedicano ai loro piatti nasce dalla volontà di questi due carnici, con i piedi ben piantati per terra e senza grilli per la testa, di far conoscere le stuzzicanti sorprese culinarie, e non solo, della loro Carnia. “File e daspe”, piatto tipico di Fielis di Zuglio, come lo chef ha ricordato, veniva preparato, sul fogolâr, dalle donne carniche quando dovevano filare la lana. E la Carnia anche ieri si è fatta sentire con il suo tifo, assieme al Friuli e alla regione e a molti colleghi cuochi che hanno espresso il loro apprezzamento a Daniele che ringrazia tutti per il sostegno.

 

Una risposta a “Carnia: Daniele Cortiula avanti ancora insieme a Vilma, stavolta vincono con “File e daspe””

  1. aggiornamento del 21/01/2012

    di Tanja Ariis

    Lo chef carnico Daniele Cortiula si racconta dopo l’ascesa, con Vilma Puntel, a “la Prova del cuoco” su Rai 1, dove sfideranno il 2 febbraio la Calabria. Se vinceranno, andranno in finale. Lo incontriamo al “Teatro” di Tolmezzo, dove lavora. È pacato come sempre, soddisfatto, ma subito pronto a ridimensionare le definizioni entusiaste che tanti gli danno nel complimentarsi con lui. Intanto, però, la Regione lo ha chiamato come testimonial del Fvg alla Bit (Borsa Internazionale del Turismo) a Milano e Daniele è stato protagonista di un servizio fotografico a Tolmezzo con Miss Italia nel mondo 2000 per il progetto “Il Friuli Venezia Giulia a tutto tondo” dell’associazione culturale “Femines furlanes fuartes”: il 22 febbraio sarà presentata a palazzo Chigi la Carnia. Ma lui rimane la persona semplice di sempre e quando gli chiedi com’è iniziata la sua passione per la cucina, ti risponde con sincerità: «Io ho intrapreso questa strada per sbaglio, solo che poi è diventata la mia passione. Non avevo molta voglia di studiare. Ho scelto il biennio alla scuola alberghiera di Aviano. Si faceva moltissima pratica (non solo 2-3 ore la settimana). Ho avuto insegnanti in gamba e sono molto grato a questo tipo di formazione. La passione mi è venuta lì, grazie anche a stage in alberghi come il Cipriani di Venezia». Gli chiediamo se consiglia ai ragazzi di intraprendere oggi la sua strada. Ci pensa un attimo: gli orari e i ritmi imposti dalla professione – osserva – spesso sacrificano un po’ affetti e amicizie: «Io ero a Milano quando mia figlia è nata. Appena mi sono liberato, sono corso a casa, ma in quel momento non c’ero. E questo ti pesa. Fai l’equilibrista nel cercare di trovare gli spazi giusti, ma non sempre ci riesci. Se hai la passione per la cucina, se ti piace il contatto con la gente, se vuoi crescere a 360° e hai spirito di sacrificio, è un lavoro che dà soddisfazioni». Daniele a 14 anni perde il padre e dopo la scuola torna in Carnia per star vicino alla famiglia. A 16 anni inizia a lavorare al Roma. «Gianni Cosetti è stato per me – racconta – quasi una figura paterna, mi ha subito dato fiducia. Ricordo quando portava Giorgio Cattarinussi, Massimiliano Craighero e me da Parigi a Monaco e a Milano a riunioni di ristoratori o a presentazioni di cantine. E noi tre anche in vacanza giravamo i ristoranti e tornavamo a casa con i menù per studiarli. A 20 anni ci ha messo a tavola con un guru della cucina come Gualtiero Marchesi. E ricordo il giro per Parigi in Diane con Gianni e Luigi Veronelli». Poi arrivano il Kursaal di Sauris, La Miniera di Invillino e il Cison di Amaro.

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