Carnia: “I fusilâz”, l’impegno di Marini, conosco la vicenda verrò a Cercivento

di Luciano Santin.

«Conosco bene quella vicenda. Se il primo luglio mi invitano, a Cercivento ci vengo. Come presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, e come tenente degli alpini». Franco Marini, responsabile della struttura scientifico culturale con cui il governo segue gli eventi legati alla Grande Guerra, annuncia la sua presenza alla cerimonia per commemorare i quattro alpini del battaglione Monte Arvenis passati per le armi per aver protestato di fronte all’ordine di attaccare la vetta del Cellon, di giorno e senza copertura di artiglieria. Il “lupo marsicano” ha tra le mani il libro “Compagnia fucilati”, un docu-romanzo nel quale il suo compagno di partito e di scranno senatoriale, Diego Carpenedo, ha ricostruito la vicenda (e che, anni addietro, a Palermo, è stato presentato dall’allora onorevole Sergio Mattarella). Premette che c’è un percorso con doverosi passaggi tecnici in cui è impegnato in primis il Parlamento, percorso che va espletato senza interferenze o sovrapposizioni. Ma assicura che per quanto lo riguarda, non potrà mancare alle onoranze che il territorio deciderà di tributare ai suoi ragazzi “giustiziati” per reati disciplinari. «Dobbiamo trovare una strada per dare un segnale di attenzione e per far sí che lo Stato recuperi una posizione equilibrata su questo episodio e sui tanti altri che si sono purtroppo verificati. Ci sono stati, cent’anni fa, intollerabili casi di ingiustizia, di esecuzioni legate al fatto che occorreva dare un esempio. Nell’esercito italiano, come in tutti quelli dei paesi belligeranti». Già, ma altre nazioni hanno già provveduto a onorare la memoria dei “giustiziati”, e a ricomprenderne moralmente la memoria tra i caduti per la patria. L’Italia è stata molto piú cauta, anche se dalla base come dai vertici sono giunti sull’argomento dei segnali molto netti. La duemila firme on line alla petizione pubblicata sul Messaggero Veneto, i pronunciamenti dei consigli provinciale di Udine e di quello regionale. Nonché il messaggio che la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha rivolto al presidente della Repubblica, messaggio cui quest’ultimo ha risposto con parole misurate, ma inequivoche. «È stato redatto un testo di legge che non ha ancora completato il suo itinerario. Lo scorso anno c’è stata un’approvazione unanime alla Camera, ora è giusto aspettare che si pronunci il Senato. Poi occorrerà coinvolgere nel discorso anche il Ministero della Difesa e gli organismi militari interessati». Se Montecitorio ha dato un’approvazione plebiscitaria, trasversale a tutti i partiti, c’è da aspettarsi un voto a favore anche da parte di Palazzo Madama. Il problema, però, sono i tempi tecnici, con le riforme costituzionali che toccano proprio lo stesso Senato, e con pendenze piú pressanti e complicate. All’apparenza, il tempo che rimane sino al primo luglio 2016, un secolo esatto dall’esecuzione degli alpini friulani, dovrebbe essere sufficiente per l’approvazione definitiva del provvedimento. Però non è impossibile che tra sei mesi la legge Scanu-Zanin sia ancora trattenuta nelle pastoie burocratiche. La cosa potrebbe costituire una remora alla presenza del comitato? «Ripeto: è doveroso lasciar lavorare il Parlamento e individuare un percorso rispettoso delle competenze istituzionali. Ciò non toglie che, per la mia sensibilità di persona, di ufficiale delle Penne nere, e di presidente del Comitato, sono pronto a venire a Cercivento, se verrà fatta una commemorazione dei fucilati», dice ancora Marini. «Come ho detto allora vennero commesse anche delle ingiustizie, che è doveroso sanare, anche a distanza di tanti anni. Per questo a Cercivento ci verrò