Carnia: i Pescasportivi senza campi di gara, calano le licenze

http://messaggeroveneto.gelocal.it/polopoly_fs/1.6786717.1400800918!/httpImage/image._gen/derivatives/landscape_250/image.

di Tanja Ariis

Pescatori sportivi sul piede di guerra in Carnia, dove le restrizioni dovute alla legge e al progetto per favorire e reintrodurre la trota marmorata ora chiudono anche campi gara molto amati. E intanto i pescatori in Fvg, riferisce Donato Lizzi, presidente della Sezione provinciale della Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee, calano sempre più: se 10 anni fa le licenze erano 45 mila, oggi sono 15 mila, in Carnia non più di 500. La diatriba sulla reintroduzione della marmorata a discapito della fario e sulla sua validità insomma continua: ora non si può più utilizzare nemmeno il campo gara di pesca sportiva di Forni Avoltri, uno dei più apprezzati e noti. Si trova tra un km a valle del ponte Tamerat e a monte per 2 km. È circondato da due centraline, da Goccia di Carnia e poco sopra c’è il paese. È curato da Fipsas, Enacaccia, Ferepes e associazioni carniche. Lizzi afferma: «È un tratto molto bello in mezzo a manufatti e problemi vari. Combatteremo perché resti questo campo gara, non c’è motivo per toglierlo, anche perché sopra ci sono le fognature, il paese e altro e l’acqua va in giù, per cui è difficile credere che d’un tratto diventi pregiata. Addirittura l’Arpa ha dichiarato che fino al campo sportivo le acque non sono ottimali, poi dal campo sportivo in giù l’acqua d’un tratto diventa buona. Si è ritenuto che una gara sia un danno per il flusso vitale del torrente e si è pensato di spostarle in canali artificiali che in Carnia però non ci sono. L’Arpa ricontrolli la qualità delle acque, perché è assurdo che a monte del campo di gara non siano di qualità e poi tutto d’un tratto lo diventino. Si promuova il progetto sulla marmorata dove ci sono le condizioni e secondo me quel posto non è in Carnia (poca acqua, parecchie centraline) ma piuttosto sul Fella. Individuati subito i posti idonei per la marmorata, si stabilisca che non vi siano fatte centraline. La marmorata è diminuita negli ultimi 100-200 anni a causa del calo d’acqua, delle centraline, delle industrie, non per la fario». Queste decisioni «calate dell’alto – denuncia il vicesindaco Manuele Ferrari – stanno creando un danno enorme nei nostri paesi. Quel tratto di torrente Degano era sempre riservato a queste gare di pesca sportiva ed è riconosciuto da tutti i pescatori come uno dei più bei tratti di tutto il Friuli. Il venir meno di queste gare, parte integrante del turismo, sta procurando un danno anche economico alle nostre attività. Ringrazio queste associazioni di pescatori che hanno sempre collaborato per la pulizia del corso d’acqua. Spero che si trovi una soluzione sensata sulla questione fario/mormorata, un problema di tutto il Friuli, e chiedo a Regione e alle autorità competenti di affrontarlo».