Carnia: il gas costa troppo, Sindaci della in lotta con l’Eni

di Gino Grillo

Il Comune denuncia un elevato prezzo del gas. Da metà anni 90, Forni di Sopra come altri Comuni della Carnia ha ottenuto una rete di gas per il riscaldamento. L’Eni spa divisione Refining e marketing per alcuni Comuni, tra i quali Forni di Sopra, ha deciso di dotarli di bomboloni di gpl, un combustibile fossile che risulta dalla lavorazione della benzina, e pertanto definita come «non rinnovabile». Il sindaco Fabio Colombo riconosce l’aumento di questo tipo di combustibile, ma si dice perplesso per la risposta avuta dall’azienda distributrice del gas. «Alle legittime richieste di delucidazioni la società distributrice di Villa Santina risponde “Eni ha introdotto un contributo per la realizzazione degli impianti”, mentre l’ufficio stampa Eni la risposta è che non vengono fatte offerte per la divisione refining e marketing, da cui Forni di Sopra e i paesi vicini dipendono, in quanto per i pochi clienti che fanno capo alla società non ritengono opportuno intraprendere agevolazioni». Come già ricordato dal sindaco di Paularo, Ottorino Faleschini che lamenta la stessa situazione, i gasdotti sono stati costruiti con un contributo regionale e con un accordo per il quale il prezzo del gpl non poteva discostarsi molto da quello del metano. «Parrebbe – prosegue Colombo – che il “genio di un cane a sei zampe” della pubblicità preferisca aggiustare vetri rotti e tubi che perdano piuttosto che rispondere in maniera chiara o quanto meno cortese, visto il livello di educazione rilevato nei call center, e spesso dare una qualsiasi risposta (non di rado le mail inviate rimangono quesiti che si perdono negli ampi spazi dell’etere senza trovare il benché minimo cenno di riscontro) alle richieste dei suoi clienti». La risposta dell’Eni fa pensare che i paesi di montagna siano la “Cenerentola” della clientela e che il numero di abitanti relativamente basso e le difficoltà nel raggiungerli portino a trattare i loro abitanti come cittadini di serie B». «Il “cane a sei zampe” ha fiutato che investire in montagna non è così remunerativo come in pianura o in città – prosegue il sindaco –: meglio affondare i denti in una grassa fetta di carne piuttosto che spolpare un osso». Colombo conclude così: «Ritengo che l’Eni fondato nel 1953 dallo Stato per servire tutti gli italiani sia diventato una fredda azienda che mira solo al profitto: il monopolio del mercato del petrolio e derivati non è più quindi un elemento fondamentale per la soddisfazione dei bisogni dei cittadini, ma uno strumento di business per creare utili in un mercato senza concorrenti».