Carnia: il secondo comune della Carnia e il più piccolo verso il referendum per la fusione

di Gino Grillo.

Paularo va decisamente verso la fuzione con Ligosullo. È questo l’esito della riunione tra le due giunte municipali dei comuni, il più popolato dopo Tolmezzo e il più piccolo della Carnia. I sindaci dei due comuni, Ottorino Faleschini e Giorgio Morocutti, hanno iniziato una serie di consultazioni per verificare, dapprima a livello politico, successivamente con un referendum nei due comuni per permettere alla popolazione di valutare il progetto che sta evolvendo, la possibilità di fondere le due comunità in un solo Comune. «Da tempo abbiamo intrapreso – conferma Faleschini – progetti unitari di sviluppo territoriale: il piano integrato del territorio dove per piste forestali abbiamo investito un milione 700 mila euro, il progetto della centralina idroelettrica sul Chiarsò, l’assert point per il Wifi e la rete Interlan per lo scambio veloce di dati fra amministrazioni comunali». Un percorso che potrebbe sfociare alla fine in una unione fra i due Comuni. Le opportunità per le due comunità sarebbero diverse: da un lato Ligosullo potrebbe avvantaggiarsi dei servizi offerti ai cittadini dal Comune più popoloso e più attrezzato, che già consta di 14 paesi, dall’altro Paularo avrebbe l’opportunità di poter sviluppare un progetto ambientale e turistico a più ampio raggio avvalendosi della zona di Valdajer. «Siamo comunque contrari – afferma Morocutti – all’Unione montana così come presentataci, che porterebbe la centrale di controllo del territorio ad accentrarsi a Tolmezzo. La nostra ipotetica unione deve essere decisa dalla gente del posto, e non imposta dall’alto». «Vogliamo essere protagonisti del nostro futuro, migliorando i servizi erogati alle nostre comunità», spiega. I due sindaci si dicono consapevoli del cambiamento dei tempi che impone una revisione degli enti locali. «Stiamo semplicemente anticipando i tempi, visto che è impossibile gestire il territorio con la logica del campanile». L’obiettivo era quello di realizzare una fusione più ampia, con Unioni di vallata, ma i contatti con le altre realtà della Valle del Bût si sono arenati. Nessun timore per la perdita di identità delle località più piccole. «Io mi sentirò sempre Liusulian (di Ligosullo)- ammette Morocutti – anche se l’amministrazione del territorio è altrove, perché avremo un paese vivo. Proseguendo con la logica del campanile invece ci troveremo ad avere un paese morto». Il progetto sarà presentato a breve alle due collettività per essere successivamente sottoposto ad un referendum fra le popolazioni dei due Comuni.