Carnia: la rivoluzione è sempre opera di una avanguardia

di Delio Strazzaboschi.

Le mirabolanti promesse del capitalismo degli anni ’80 non sono state mantenute. Gli unici progressi si sono avuti nelle tecnologie informatiche, cioè nella simulazione della realtà, ponendo i clienti al servizio dei propri fornitori: tutto il giorno ognuno esegue gratuitamente il lavoro della banca, dell’agenzia di viaggi e del commercialista. Si esaltano creatività e imprenditorialità, ma la disponibilità di manodopera a basso costo in capo al mondo permette agli industriali d’impiegare tecniche di produzione assai meno evolute di quelle che dovrebbero usare in patria. Le scarpe da ginnastica non vengono prodotte con nanotecnologie dai cyborg, ma cucite su vecchie singer dai figli dei contadini che non possono più coltivare la loro terra. Non è quindi la concorrenza di mercato il fattore di sviluppo del capitalismo, ma come sempre lo sfruttamento del lavoro. La conseguente disfatta sociale interna ha fatto sì che oggi in Europa si salvi solo chi può.

Ed è finalmente chiaro che cosa sia la politica in Italia. Consiste nel mettere nel sacco gli sprovveduti, disinformati dalla tv, e nel comprare il consenso degli altri. Per i primi, quotidiane narrazioni favoleggiano dell’isola che non c’è (se la disoccupazione giovanile passa dal 40 al 37%, la notizia è la sua perdurante e dilaniante enormità e non certamente la sua risibile diminuzione percentuale). Dei secondi, con la fiscalità generale derivata al 90% dalle tasse strapagate dai lavoratori, si comprano semplicemente i voti: 80 euro, jobs act, 500 euro a insegnanti e diciottenni, milioni ai Comuni al voto, stipendi ai preti, Imu e dottrina cattolica a spese dello Stato, i privilegi di dirigenti pubblici e forze armate, e anche i prossimi 30mila prepensionamenti nelle banche. Si usano le risorse spremute dal vertice produttivo della piramide rovesciata del Paese (per il quale diminuisce la speranza di vita e aumenta ogni anno l’età pensionabile) per vincere le elezioni, sommando il consenso d’illegittimi interessi parassitari. E non c’è magistratura che possa impedire la corruzione dei cittadini da parte della politica, se questi sono indegni della repubblica democratica: la storia del Pci è in mano a un democristiano e quella della CGIL a una socialista. La rivoluzione è sempre opera di una avanguardia, si sa. Ma se ogni altra soluzione ha fallito, e non c’è né fiducia né speranza nelle istituzioni, per liberarsi dell’attuale angosciosa oppressione alla minoranza produttiva non resta altro.