Carnia: la segheria De Infanti resiste alla crisi – qualità, diversificazione e servizi su misura

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(m.d.c. dal MV di oggi)

Carnia le segherie si contano ormai su due mani, ma chi, nonostante i costi esorbitanti dell’esbosco e la sfrenata concorrenza dei Paesi d’oltreconfine, va avanti lo fa grazie a oliate strategie d’impresa. Riuscendo anche a chiudere i bilanci con segno più. Tra questi c’è la segheria dei Fratelli De Infanti di Ravascletto. Una delle maggiori a nord di Tolmezzo. La guidano Sandro, Gianpietro, Giulio con le rispettive famiglie, dando lavoro a una trentina di occupati diretti, più altrettanti nell’indotto. Della Carnia parlano con un velo di amarezza: «Negli anni ’60 era conosciuta in tutto il mondo per i professionisti che lavoravano nell’esbosco del legname, oggi abbiamo perso tutto, la gente è andata a lavorare in fabbrica e noi, che stringiamo i denti, ci dobbiamo rivolgere a squadre slovene e austriche, forti di macchinari che noi qui ci scordiamo». La forza lavoro è un punto di debolezza. Così come lo sono strumentazione e viabilità forestale. Fortuna, come detto, che le imprese ci mettono del loro. Il segreto del fatturato in crescita nel caso dell’azienda carnica – quest’anno chiuderà i conti poco sotto i 5 milioni di euro – sta nell’alta qualità del prodotto, nella diversificazione, in un servizio su misura per il cliente. Non è un caso che nel 1998, i De Infanti abbiano acquistato un grande capannone a Paluzza, dove oggi lavorano travi bilama e lamellari, affiancando la storica attività (nata a Ravascletto nel 1948 per iniziativa del papà Eligio) votata, oggi, alla segagione, al commercio di tavolati e a lavori di carpenteria. «Noi ci salviamo – spiega Sandro De Infanti – perché partiamo dal taglio del bosco e arriviamo alla casa finita. Di due tipologie. La block-house, vale a dire l’abitazione tipicamente in legno, e quella rivestita a pannelli». Il segreto sta dunque nella diversificazione. «Di fronte ai colossi austriaci che lavorano volumi per noi inimmaginabili – continua De Infanti – non ci possiamo più limitare al segare e vendere le tavole». Allo sforzo tutto interno all’azienda, De Infanti auspica un intervento della politica affinché siano migliorata la viabilità forestale e messo a punto di un sistema capace di garantire alle aziende un mandato pluriennale per la gestione dei boschi pubblici.