Carnia: lettera aperta a Tondo di Giovanni Battista Nassivera 24/07/2009

Lettere a Tondo di GIOVANNI BATTISTA NASSIVERA*

Caro Renzo, l’amicizia che da tanti anni ci fa conoscere mi ha spinto, e senza tanti preamboli e formalità, a scriverti pubblicamente questa nota, che si riferisce al tuo convincimento sull’attuale inutilità delle Comunità montane, tutto ciò contrariamente ai propositi esternati per tanti anni di militanza socialista, partito politico sostenitore dell’autonomia amministrativa dei territori montani . Ti dirò subito che non sono affatto convinto che sia farina del tuo sacco, è evidente che la tua posizione debba anche “soffrire” imposizioni di altri, Lega in primis, e ciò per mantenere immutato il “quadro regionale”; così però facendo perdi del tuo “carisma”. La Lega, forza politica tesa verso il decentramento e l’autonomia amministrativa, oggi assume stranamente questa posizione, dovuta, a mio avviso, solamente al fatto che il suo segretario regionale è l’onorevole Fontanini, attuale presidente della Provincia di Udine. Tutto ciò appare in netta contraddizione con i “predicati leghisti”, dunque operazione che si presenta solamente come una pretesa del tutto personale, un capriccio che porterà in un immediato futuro la Provincia a gestire i beni della Comunità, patrimonio ricadente su terreni comunali. Ulteriore furto ai Comuni. Alla luce di tanto, e a mio avviso, dovrai assumere e far valere le tue capacità politiche respingendo certi ricatti a danno della montagna. Veniamo dunque al nocciolo del problema, ma prima consentimi di fare una breve premessa. La regione conta 1.200.000 abitanti, con quattro province, e il suo territorio è prevalentemente montano. Alla luce di questa realtà, da sciogliere sarebbero le Province e non mai le Comunità montane, considerato che a questi territori vengono universalmente riconosciute necessità ed esigenze particolari alquanto diverse dalle restanti parti del territorio.<br />
Caro Renzo, ben sai che la permanenza dell’uomo in montagna è garanzia per la restante parte del territorio. Impegnarsi in questo è fondamentale e fra le priorità. Chiudo questa premessa, che porta ragioni che ben conosci e di cui tanto in passato abbiamo parlato, discusso e sostenuto da attivi socialisti.
Mi trovi con te quando sostieni che l’autonomia amministrativa oggi ha esigenze diverse, sono ormai superati vari aspetti che portano il senatore Gortani a chiedere la Comunità carnica, così come sono superati alcuni princìpi indicativi nella legge 1102/71 del compagno senatore Lepre, ma non certamente per questo ci si può permettere di buttare l’acqua dalla catinella con il bimbo dentro – che rappresenta l’autonomia –: questo ce lo insegnarono anche Loris Fortuna ed Enzo Moro. Mi trovi pure con te quando sostieni che la struttura va cambiata, non certamente con le Comunità di vallata, così si moltiplicherebbero gli enti e i costi. Le Comunità montane vanno fatte funzionare e vanno riviste territorialmente: non sarà mica montagna il Carso?
La nomina diretta di suoi amministratori è un passaggio importante, aggiungere competenza per una ripresa sostenibile e credibile, utilizzando correttamente il proprio ambiente. Con tale scelta resteranno alle zone montane i beni, i capannoni e le centraline che nel corso di questi anni sono stati realizzati e che oggi rappresentano benefìci anche economici portatori di nuove iniziative e di un migliore avvenire.
Diversamente, dopo averci “rubato” le acque, compresa quella da bere, ci “esproprierete” anche dell’autonomia, così al montanaro resteranno solo i sassi da gestire.
Che tristezza.
Caro Renzo, dimostra il tuo orgoglio di montanaro.
Mandi.
*consigliere comunale e già sindaco di Forni di Sotto