Carnia: ma la politica non dovrebbe essere volontariato?

 

di Petra Zanier.

È da un po’ di tempo che analizzo da osservatrice la situazione politica sia locale, della Carnia, che nazionale ascoltando le parole dei politici, ma soprattutto parlando con la gente normale. Pensionati, giovani disoccupati ed occupati, persone normali che sono il popolo, come me e come tutti, che non hanno stipendi da 4.000 euro ed oltre, che sono insoddisfatti della situazione attuale e, ovviamente, ci sentiamo perennemente presi in giro. I politici sono in piena campagna elettorale e parlano… con le tasche piene e le cantine ben fornite. Ma al di la dei luoghi comuni sui politici che escono dal letargo solo sotto elezioni, una cosa mi preoccupa. La totale mancanza di fiducia delle persone nelle istituzioni. La frase che spesso, troppo spesso, sento dirmi è che la gente non andrà a votare, facendo venir meno il nostro diritto al voto e la possibilità di scegliere chi dovrà governare il nostro paese, la nostra regione, i nostri comuni. Il mio senso civico è ferito ogni volta che qualcuno mi dice questo, ma il mio essere cittadina concorda con loro. L’articolo 1 della Costituzione al secondo comma sancisce che il popolo è sovrano e con il voto esprime il suo volere, ma in questo momento storico il popolo si sente impotente, noi ci sentiamo inutili, anzi, utili solo a pagare le tasse per i privilegi di alcuni. Provo a pensare ad una risposta coerente, anche per me stessa, ma è un’impresa veramente ardua. Finchè si continua a fondare nuovi partiti ma non c’è il ricambio dei politici, poco c’è da fare e la fiducia continua a diminuire. Sento tante persone che pensano che non andando a votare chi governerà terrà presente dell’astensionismo, ma non è così, non è questo il modo. Chi vincerà, e saranno sempre gli stessi, sempre quelli che hanno ridotto l’Italia in questo modo, staranno attaccati alla sedia, rilasciando qualche dichiarazione dispiaciuta sulla mancanza di affluenza alle urne, ma continueranno nella loro torre d’avorio a fare politica. Io penso che il problema sia alla radice, chi lascerebbe volentieri uno stipendio da politico? Nessuno! Quindi che dimezzino gli stipendi e che eliminino i privilegi. È improponibile che un senatore o un deputato prenda quasi 10 volte di più di un muratatore che lavora 8 ore al giorno e a volte rischia la vita. La missione politica, la voglia di fare politica, dovrebbe essere quasi volontariato. Dovrebbe essere una questione motivazionale, non una questione economica!