Carnia: prosciuttifici, Sauris invia le diffide “il marchio non si tocca”

di Gino Grillo.

La notizia dell’apertura di un prosciuttificio che opera ad Ampezzo, ma che utilizza l’antico nome del paese “Zahre”, crea allarme nel Comune più in quota della provincia di Udine. L’amministrazione comunale di Sauris, patria del rinomato prosciutto, è decisa a salvaguardare la specificità paesana e a intraprende misure in tal senso. E così a quanti utilizzano la denominazione “Sauris” o “Zahre” – questo è il nome originale del paese in lingua locale – arrivano le diffide legali affinchè tali nomi non vengano utilizzati a scopo commerciale per prodotti oggetto di attività imprenditoriale che non vengano realmente svolte sul territorio comunale o senza che l’azienda che li produce non abbia almeno la sede legale nell’ultimo paese della Valle del Lumiei. Sauris è una località dove, nell’XI secolo, si sono rifugiati, alcune persone, probabilmente cacciatori o esuli, provenienti da una zona a confine fra Carinzia e Tirolo prendendo il nome di Zahre. Dopo otto secoli la comunità ancora presenta lingua e tradizioni antico germaniche e gode delle norme di tutela e promozione delle minoranze di lingua tedesca emanate con la legge regionale numero 20, del 20 novembre 2009. Già dagli anni Ottanta si è voluto preservare la specificità del Comune iniziando un percorso per il recupero dell’identità etnico linguistica, storica e culturale che farebbe del termine “Zahre” un elemento esclusivamente legato al territorio di Sauris e alla sua comunità che il Comune ritiene non possa essere utilizzato in particolare per scopi commerciali, da chi non risiede o lavora sul territorio. Grazie alla legge del 2009 si tutela la promozione ed il rafforzamento delle specificità culturali e linguistiche delle minoranze di lingua tedesca presenti sul territorio, come appunto quella di Sauris. Per specificità culturali si intendono i saperi della tradizione, tipici di un determinato luogo, divenuti peculiarità produttive per diverse aziende locali. Solo queste possono fregiarsi del nome Zahre che è tutelato in quanto appartenente a un ambito territoriale di minoranza linguistica tedesca. Il Comune si rifà inoltre alle direttive del decreto legge 30 del 10 febbraio 2005, dove con l’articolo 29 protegge le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine che identificano un paese, una regione o una località, quando siano adottate per designare un prodotto che ne è originario e le cui qualità, reputazione o caratteristiche siano dovute esclusivamente o essenzialmente all’ambiente geografico di origine, comprensivo di fattori naturali, umani e di tradizione. Tale norma vieta inoltre l’uso di indicazioni geografiche e di denominazione di origine, quando possa trarre in inganno il pubblico sul vero luogo di origine. Oltre ai passi già intrapresi, l’amministrazione comunale ora sta valutando una maggior tutela legale del nome Sauris/Zahre, in modo che possa essere a capo alla sola ed unica comunità saurana.

3 Risposte a “Carnia: prosciuttifici, Sauris invia le diffide “il marchio non si tocca””

  1. … e del classico “Made in Italy” tanto bistrattato e deturpato?? Le regole sono fatte per essere, non sempre, rispettate ma questa sembra la Classica “GUERRA TRA POVERI” anche se “LA PERLA DI AMPEZZO” era già un bel nome da usare.

  2. Desidero far sapere a quanti leggono questa notizia che non c’è nessuna guerra fra Sauris ed Ampezzo anzi continua la collaborazione per sostenere l’intero territorio. Sauris ha ragione di difendere il marchio “Zhare” anche se, da ormai 5 anni, il proiettificio di Ampezzo ha questo nome e solo oggi è stato rilanciato affittando l’azienda ad altra proprietà. Tutto qui. non ci sono guerre in corso tra Ampezzo e Sauris continua la collaborazione.

  3. … i solito grillo … più che parlante,soffiante …sul fuoco …

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