Carnia: quali sono le ragioni della crisi

di Tita De Stalis Ravascletto.

Pur condivedendo molte delle cose che Paolo Medeossi ha scritto nell’edizione di domenica 6 marzo, ritengo che non abbia fatto un buon servizio alla mia terra. È vero, 100 anni fa la Carnia era all’avanguardia in tante cose, i nostri padri, i nostri nonni, magari ammaestrati dalla loro emigrazione in paesi più evoluti, hanno saputo essere lungimiranti, le prime latterie sociali o turnarie, sono nate in Carnia, non in Friuli, la stessa Coopetativa Carnica di Produzione e Consumo, la Secab Soc elettrica Cooperativa Alto Bût (100 e più anni la prima, 100 e più anni la seconda), ne sono la testimonianza. L’industria del legno era fiorente, la Cartiere di Tolmezzo e di Ovaro, pur non essendo state creati dai Carnici, rappresentavano il fiore all’occhiello di questa terra. Ma anche la miniera carbonifera di Cludinico aveva il suo ruolo nell’economia della Carnia. A Villa Santina si producevano impiallacciature e compensati, Sutrio era la capitale del mobile, non a caso era nato il Consorzio Mobilieri, mentre l’industria turistica ha cominciato a muovere i primi passi nel dopoguerra, l’ambiente era quanto di meglio si potesse desiderare. ‘erano uomini politici quadrati, Michele Gortani ne era il portabandiera (giustamente, come ha sottolineato Madeossi, nessuno ha ritenuto di ricordarlo, a 50 anni dalla sua scomparsa). A mio parere, il giocattolo si è rotto dopo gli eventi sismici del 76, quando i soldi (forse troppi) hanno dato alla testa a troppa gente. Si sono costruiti Municipi faraonici, che ora rischiano la chiusura grazie all’in venzione delle Uti, sono state inventate le indennità di carica ed i gettoni di presenza, cosette sconosciute prima del terremoto, la popolazione cala a vista d’occhio, viene chiuso il Tribunale di Tolmezzo, ma rimangono le carceri mandamentali, ora di massima sicurezza, gli Uffici Postali lavorano a singhiozzo (nel paese in cui abito, tre mezze giornate alla settimana, con l’auspicio che gli strumenti informatici funzionino), la posta verrà presto consegnata a giorni alterni, ma se in una settimana il primo giorno di consegna è il martedi, il secondo e l’ultimo potrebbe essere il giovedì, in quanto il sabato i portalettere non lavorano. Come se ciò non bastasse, ci stanno espropriando anche l’acqua, l’unica risorsa ancora rimasta nelle mani dei carnici. È vero, soldi dallo Stato e dalla Regione ne sono arrivati, tanti, ma la megalomania di alcuni Sindaci, ha portato a costruire delle cattedrali nel deserto, a cui gestione potrebbe essere problematica per non dire costosissima. Ed allora cosa si fa, con il beneplacito di Stato e Regione si inventano nuove imposte, certune anticostituzionali (vedasi tassa raccolta RSU anche per le abitazioni chiuse l’intero anno).