Carnia: «Svuota tutto», anche i cinesi s’arrendono

di Gino Grillo.
“Svuota tutto per cessata attività”: una scritta che, assieme ai cartelli “vendesi” o “affittasi”, in questi tempi di crisi appare sempre più di sovente nelle città e in particolare nei paesi o nei Comuni territorialmente più distanti dalla pianura o dai grandi agglomerati urbani. A Tolmezzo, come in altre zone, a subentrare ai commercianti locali, da qualche tempo si sono affacciati al mercato anche i cinesi. Nell’immaginario collettivo questo rappresentava una invasione positiva che dava respiro al commercio del territorio grazie a prezzi più bassi, anche se con una merceologia ritenuta «più scadente» e, molte volte, rappresentava pure una boccata di ossigeno e di denaro per una categoria commerciale oramai «vecchia» e che registra problemi di cambio generazionale. A Tolmezzo, e nei Comuni limitrofi, da qualche anno si sono affacciati alcuni esercizi commerciali gestiti da operatori originari proprio dall’Estremo Oriente: uno è stato aperto nella zona industriale nord della città carnica, un altro ha rilevato una sala giochi, mentre un altro negozio è stato aperto nella zona di Amaro nel complesso Valli di Carnia. In questi giorni ha destato un certo clamore il fatto che il negozio “Cina Shopping”, situato in via della Picotta 8, ha esposto alcuni manifesti ben evidenti davanti all’esercizio commerciale con la scritta “Svuota tutto per cessata attività”. Un negozio aperto da un paio di anni, gestito da alcune persone appunto di origine cinese all’insegna di una ditta denominata Liu Genju & C Snc, che a volte erano supportate da personale italiano nel quale al momento tutta la mercanzia, la più disparata, dalle scarpe al vestiario, ai giochi agli articoli per animali di affezione sino a merce di cancelleria, di elettricità e di piccolo “fai da te”, per lo più di origine cinese, con regolare marchio Ce, è offerta con uno sconto del 50 per cento. Difficile avere dal personale all’interno del locale notizie su quanto sta accadendo e perché la società abbia deciso la chiusura. Alla richiesta se fosse una chiusura dovuta a un cambio logistico, non ci sono state spiegazioni esaustive; dapprima le risposte sono state in lingua cinese, quindi un giovane ha risposto, chiedendo i motivi dell’interessamento, che valeva quanto scritto sui manifesti esposti davanti al negozio. Difficile quindi sapere se la cessata attività dell’esercizio di via Torre Picotta sarà definitiva o se aprirà da un’altra parte della città. Nessuna segnalazione, nel frattempo, è giunta al Comune. L’assessore Michele Mizzaro conferma però come debba constatare, seppure ottimista, la crisi sia ancora evidente in questo settore, con maggiori chiusure di negozi rispetto a nuove aperture.