Carniacque: Barazzutti continua la battaglia per tenersi l’acqua con Cercivento, Ligosullo e Forni Avoltri

(m.d.c. dal MV di oggi)

Partono da un principio insindacabile: l’acqua è patrimonio comune. E tale deve restare. Anzitutto in montagna, dove i beni all’arco dei coraggiosi residenti che ancora tengono duro sono appena due. Il bosco da un lato, l’acqua, appunto, dall’altro. Non intendono lasciarsele scippare i Comuni di Cercivento, Ligosullo e Forni Avoltri che gestiscono in proprio la risorsa idrica e vogliono continuare a farlo. Se necessario battagliando a colpi di firme e referendum contro la Regione e il progetto di accentrare nelle mani di un gestore unico la preziosa risorsa. Sindaci e associazioni ambientaliste si sono ritrovati assieme ieri per dire no al progetto normativo. «Va stracciato e riscritto daccapo, basta copiare da chi ha fatto meglio di noi, vedi la provincia autonoma di Bolzano», ha detto Franceschino Barazzutti, carnico orgoglioso e attaccato alla sua montagna, che da anni ormai ha fatto della difesa dell’acqua un cavallo di battaglia. Ieri, in Regione, si è seduto accanto al sindaco di Cercivento, Luca Boschetti, al vicesindaco di Forni Avoltri Manuele Ferrari e all’assessore di Ligosullo, Fabiana Morocutti, oltre a un nutrito gruppo di associazioni. «L’impostazione della norma è terribilmente finanziaria, estremamente negativa nei contenuti e indegna di una Regione a statuto Speciale – ha denunciato Barazzutti –, lo avevamo già detto a suo tempo incontrando i consiglieri regionali Giulio Lauri (Sel) e Vittorino Boem (Pd). Non c’è nulla che valorizzi l’autonomia. Né la risorsa in sé di cui la montagna è ricca. Purtroppo non ci hanno ascoltati e ora o cambiano la legge o dovranno fare i conti con una raccolta firme per il referendum abrogativo». «Non vengano a raccontarci che la Regione non ha poteri. “Bales” – ha tuonato ancora l’ex primo cittadino di Cavazzo Carnico –. Il passaggio all’autorità dell’energia elettrica non vale per le speciali. E possibilità di manovra ci derivano anche dal nostro statuto. Basta volere. E fare scelte diverse da questo Ddl che mira ad accentrare tutto nelle mani del Cafc. E poi a lungo termine chissà, in quelle di Hera, una società il cui obiettivo è l’utile. Sulla nostra acqua». Boscutti non intende mollare, ma sa di essere poco meno che solo. Al di là di Forni Avoltri e Ligosullo, i Comuni in questa battaglia hanno scelto le retrovie. Per Bosciutti, «perché non hanno saputo investire in passato sul proprio acquedotto, a differenza nostra, che vantiamo una linea all’avanguardia, anche grazie a chi ci ha preceduto». Come l’ex sindaco De Alpi, anche lui ieri a Udine per denunciare il rischio di scippo e l’occasione mancata per l’autonomia regionale. Opinioni che condividono anche i vertici delle associazioni ambientaliste. Come Franca Pradetto, presidente di Assieme per il Tagliamento: «Nel generale depauperamento dei servizi non possiamo accettare che la montagna venga spogliata anche della risorsa idrica perché sarà l’anticamera di un ulteriore spopolamento». Vivere in montagna è in effetti una vocazione. «Per arrivare qui oggi – ha raccontato il vicesindaco Ferrari – ho dovuto iniziare a spalare neve alle 6 di mattina, poi sono salito in macchina e con pazienza ho macinato chilometri, tornanti e code, a causa di automezzi finiti di traverso sulla strada, fino a raggiungere Udine. Non ci lamentiamo, ma chiediamo almeno un po’ di dignità per chi vive in montagna, che passa anche dalla gestione dell’acqua, che sgorga sui nostri territori, e dal riconoscimento d’una tariffa ridotta».

Una risposta a “Carniacque: Barazzutti continua la battaglia per tenersi l’acqua con Cercivento, Ligosullo e Forni Avoltri”

  1. No steit a molaa se coventin las forcjes vorin ancje chees

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