Casarsa: l’ipotesi che Pasolini avesse un progetto per morire

di Donatella Schettini

Il progetto di morte di Pier Paolo Pasolini: non un suicidio, ma un’organizzazione nel dettaglio del proprio trapasso. Un’ipotesi che il pittore Giuseppe Zigaina sostiene di avere colto nelle opere dello scrittore corsaro durante il loro lungo rapporto di amicizia. Un’ipotesi di cui si è discusso ieri al teatro Pasolini di Casarsa, alla presentazione della mostra Organizzar il trasumanar, Pier Paolo Pasolini cristiano delle origini o gnostico moderno aperta fino al 31 marzo a Casa Pasolini. A presentare mostra e catalogo Giulia Calligaro, il curatore della mostra Daniele Tarozzi, Giuseppe Zigaina, Peter Kammerer, il critico de La Stampa Marco Vallora e la sceneggiatrice Klaidia Ruschkowski. La mostra «è il ritratto di un Pasolini criptico» ha anticipato Calligaro. Tarozzi è un acceso sostenitore di Pasolini organizzatore della sua morte, volontà evidenziata attraverso le sue opere e i segnali, come la conchiglia, posta non a caso, in una sua opera esposta a Casarsa. Sostenere la teoria anche oltre la mostra è il suo progetto: «Andrò avanti perchè è una grande scoperta – ha detto -. Siamo convinti di questa verità, siamo convinti che continuando a battere sullo stesso chiodo la montagna si spaccherà». Secondo Zigaina il poeta «ha organizzato la sua morte in modo scientifico, sapendo cosa stava facendo». Non un suicidio giustificato, ma la volontà di porre fine alla propria vita con scelte precise: a caso sarebbe avvenuta a Ostia, termine che nella cultura cristiana significa sacrificio, di domenica e nel mese di novembre. Un evento annunciato attraverso messaggi criptici: «Ho avuto la fortuna di assistere a questa esperienza sacrificale – ha detto Zigaina -. In uno degli ultimi incontri mi ha detto che ciò è necessario in chi espone il messaggio ad altri uomini». Petere Kammerer, secondo cui a Pasolini dobbiamo una grande rivoluzione estetica, ha sottolineato l’unione ontologica tra lo scrittore di Casarsa e Zigaina, un’unione che ha generato «una nuova opera d’arte». Nel rapporto tra i due Vallora ha individuato la ricerca di Pasolini del fratello scomparso prematuramente, convinto da lui ad andare con i partigiani e morto. Insomma ieri è riaffiorata la teoria che rivede tutto ciò che è stato scritto su quanto avvenuto ad Ostia a opera di un ragazzo di borgata. E a completamento dell’interpretazione dei messaggi di Zigaina c’è anche la ragione, fornita da Calligaro in chiusura di serata: «È un progetto di morte che nasce proprio dal suo grande amore per la vita, un amore non corrisposto».