Cassacco: il business dell’ape regina, l’azienda da record dei fratelli Comaro

L'azienda Comaro ha chiuso il 2010 con un fatturato pari a 3,2 milioni di euro distribuito fra il mercato italiano (pari al 70%), e quello estero, Germania, Francia, Inghilterra e Spagna (pari al 30%), registrando un deciso incremento del 7% rispetto allo scorso anno. La produzione dell'azienda arriva fino a 700 quintali di miele annui nella varie tipologie e naturalmente in base alla stagione. Fratelli Comaro opera su 1.800 alveari – ognuno dei quali ospita dalle 30 alle 40 mila api durante la fase produttiva – posti nei pascoli più fruttiferi del Friuli Venezia Giulia. Lo scorso anno l'azienda ha prodotto 800 quintali di miele. È infatti l'unica realtà italiana capace di offrire miele, alimento per api, attrezzature, consulenza, formazione, sanitari per profilassi oltre a eseguire il confezionamento per conto terzi. Ha ricevuto il Premio "Friuli d'Oro 1982", quale migliore ditta regionale dalla Cciaa.
di Domenico Pecile wCASSACCO «Anche oggi vieni con me a controllare le api», lo ammonì. «Sempre io e non sono nemmeno il figlio più grande», pensò contrariato Claudio. «Un giorno – rincarò suo padre – tutto questo ti piacerà». «Ma sei matto»?, replico il figlio subito pentendosi dell'affermazione… Aveva 15 anni, allora. E di fare l'apicoltore non ci pensava nemmeno. Faceva la prima ragioneria; sognava un posto in banca. In casa gli avevano insegnato che prima veniva il lavoro e poi lo studio con profitto. Non mollò: si diplomò e fu assunto in banca. Ma il sabato, la domenica e durante le ferie era sempre in mezzo alle arnie. Cinque anni in banca e la "profezia" di suo papà si avverò: lasciò l'ufficio per le api. Come suo padre Primo. Come suo zio Antonio da cui imparò definitivamente il "mestiere" essendo rimasto orfano molto giovane. Come il nonno Valentino. Come il bisnonno. Apicoltori da 130 anni. Prima a Cergneu, poi a Reana e dal settembre dello scorso anno a Cassacco, nella nuova sede dei fratelli Comaro che si estende per oltre 10 mila metri quadri immersi nel verde di cui 4.100 coperti. Con questo investimento di 3,5 milioni, Comaro dispone di una sede realizzata con tecniche altamente innovative, che puntano al risparmio energetico. Oggi l'azienda è un punto di riferimento importante per l'apicoltura regionale e nazionale. La mission dei F.lli Comaro è offrire al consumatore – come spiega lo stesso Claudio che assieme alla moglie Nives Giordano (pure lei ha lasciato il suo lavoro di insegnante) guida l'azienda – «un prodotto altamente qualitativo e genuino, curato in ogni dettaglio», un prodotto che è il risultato della perfetta unione di tradizione e di sofisticate tecniche di produzione. E c'è dell'altro. Ciò che contraddistingue l'azienda – leader non soltanto in regione, ma in Italia, è l'ampia gamma di servizi che mette a disposizione dei propri clienti. È infatti l'unica realtà italiana capace di offrire miele, alimento per api, attrezzature, consulenza, formazione, sanitari per profilassi oltre a eseguire il confezionamento per conto terzi. Fu di Claudio la "scoperta", nel 1992, della melata, il "miele" che le api producevano dalle secrezioni di un parassita comparso in Friuli con l'arrivo della soia. Le api raccoglievano queste secrezioni, le portavano nelle arnie all'inizio dell'autunno quando ormai la raccolta del miele era finita. Ne raccoglievano quantità incredibili. Se un'arnia poteva contenere dai 30 ai 40 kg di miele, arrivavano fino 50-60 di melata. Ma gli apicoltiori usavano quel prodotto scuro soltanto come cera. Claudio la lanciò soprattutto sul mercato tedesco. Un successo senza precedenti: la melata ha una percentuale di sali minerali nettamente superiore a ogni miele. Quel parassita è rarissimo ormai. Tra i progetti già operativi dell'azienda spicca anche il coinvolgimenro delle scuole con visite guidate e un'aula attrezzata, la formazione per hobbysti o professionisti e il neogozio. Già, 130 anni di storia. E il futuro? Claudio e Nives hanno tre figli: Gaia, Francesco e Federica. La prima lavora in azienda nel marketing, il secondo studia agraria e segue l'allevamento delle api, la terza è adolescente ma già condivide l'attività di famiglia. La tradizione dell'arte dell'apicoltura è dunque arrivata alla quarta generazione.