Cercivento: il 27/11/2010 presentazione de “Il ritratto di Maria” di Raffaella Cargnelutti

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Sabato 27 novembre 2010 alle ore 17.00 Raffaella Cargnelutti presenta aala "Cjase da int" a Cercivento il suo primo romanzo storico intitolato  "Il ritratto di Maria"  -Sogno di una famiglia carnica al tempo dei Cramars –
 

Una risposta a “Cercivento: il 27/11/2010 presentazione de “Il ritratto di Maria” di Raffaella Cargnelutti”

  1. aggiornamento del 27/11/2010

    Nel 1774 Maria Mussinano, vedova di 52 anni, decide di farsi fare un ritratto. La sua è una famiglia di possidenti terrieri e di commercianti che vive a ridosso delle Alpi, nel cuore montuoso del Friuli, a quel tempo sotto il dominio veneziano. Maria si fa ritrarre con accanto il calamaio, la penna d’oca ed il libro dei conti, piuttosto che con il rosario e le chiavi di casa, ricorrenti nei ritratti delle sue coetanee. La presenza di questi riferimenti oggettuali maschili non è casuale. Attraverso il ritratto pittorico di Maria, che diventa occasione per indagare le sfumature del suo carattere e le vicende e i destini della sua famiglia, si apre un affresco storico su un mondo sconosciuto e marginale, ma niente affatto provinciale.
    Grazie agli intensi scambi commerciali che a quel tempo gli abitanti della Carnia intrattenevano con le terre d’Oltralpe (Austria, Germania, Ungheria), le vicende narrate ne Il ritratto di Maria si dilatano ben oltre i confini dei piccoli villaggi di Cercivento di Sotto e di Sopra, lungo le rotte antiche dei cramars. Sono racconti di dolorose partenze e di attesi ritorni che accomunano gli abitanti del luogo ed in particolare le figure femminili, che vivono con austera dignità queste solitudini familiari in un fazzoletto di terra ai confini dei domini della Serenissima. Restano a testimoniare il fascino di un’epoca di eccezionale vitalità economica e culturale per la Carnia, i ritratti pittorici dei protagonisti che, tra nascoste debolezze e malcelate vanità, fanno da filo conduttore al romanzo e sopravvivono all’inevitabile oblio del tempo e agli effimeri destini degli uomini. Questo, in sintesi, il senso del mio romanzo. La storia, comunque, parte da lontano. Alla metà degli anni Novanta una mia cugina mi fece dono di alcuni documenti ingialliti dal tempo: patti dotali, testamenti, ricevute di pagamenti, elenchi patrimoniali, appartenuti alla famiglia Mussinano, miei antenati per ramo materno, originari di Cercivento. Erano carte sparse e lacunose che all’inizio feci molta fatica a decifrare, ma che da subito mi affascinarono, proiettandomi in un mondo essenziale e concreto, dove i debiti e i crediti dovevano sempre risultare al pareggio. Altrimenti bearzi, roganazzi e cavezzi prattivi passavano da una famiglia all’altra con estrema facilità, aumentando i possedimenti di alcuni a scapito del patrimonio di altri. Da questi antichi documenti e dal ritratto pittorico di Maria, che da sempre avevo visto in casa, ha preso inizio una ricerca che prima di tutto mi ha portata a consultare con certosina pazienza l’archivio parrocchiale di Cercivento e poi altri fondi archivistici. Alla fine, sono riuscita a ricostruire l’intero albero genealogico della famiglia Mussinano e a redigere un breve contributo storico che pubblicai in Ce Fastu? Ma, mio padre Giulio era uno scultore e mia madre Eugenia ha gestito per diversi anni la galleria Il Ventaglio di Udine e la mia vera passione era ed è sempre stata l’arte, la pittura. Sicché portai a compimento una breve indagine comparativa: Appunti per una storia del ritratto pittorico in Carnia. Opere dal XVI al XVIII secolo. Ma ahimè!, Maria Mussinano non era ancora soddisfatta del mio lavoro e delle mie faticose ricerche nel settore storico-artistico. E il racconto ha fatto la sua timida comparsa.

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