Competitivià, università e doppioni (friulani?)

Andrea Valcic dal Gazzettino di oggi:

Tutto si può dire, ma non che il presidente Tondo non sia conseguente, almeno sull’argomento autonomismo. A chiare lettere ha sempre ripetuto che non ci crede, che lo considera, quando ne parla benevolmente, un retaggio del passato o, peggio ancora, la politica di "quattro gatti friulanisti".  Un concetto sottolineato più volte prima e dopo la campagna elettorale e ribadito, in tempi non sospetti, ad un convegno indetto dal circolo Liberal di Latisana a Muzzana. Di fronte ad una platea amica non esitò a dichiarare che solo una politica regionale unitaria avrebbe permesso di affrontare i problemi del Friuli e che, oggettivamente, non vedeva uno sbilanciamento a favore di Trieste: «Al più – aveva dichiarato- si trattava di uno squilibrio dovuto all’arroganza del potere da parte del governatore Illy». Essendo il convegno organizzato in pratica da Forza Italia, proprio sulla perdita di peso delle province friulane nei confronti della città giuliana, l’atteggiamento di Tondo mandò su tutte le furie Ferruccio Saro e suscitò l’imbarazzo, se non il fastidio, di Adriano Biasutti che quella analisi invece sosteneva.

A distanza di due anni circa bisogna riconoscere che Tondo ha vinto e Saro perso, perlomeno nel comportamento e nelle dichiarazioni che vedono in ballo questioni riguardanti i rapporti tra le due entità regionali.

L’onorevole di Martignacco, che si era spinto sino ai manifesti per chiedere la divisione della Regione, che aveva partecipato alla manifestazione di Udine indetta dal Comitato per la difesa del Friuli, anzi era schierato sotto la Loggia del Lionello, accanto a Baracetti, Strassoldo e Cecotti, improvvisamente fa dietro front cominciando ad attaccare la gestione Honsell dell’Università e poi lanciando in pista una fantomatica fondazione che dovrebbe risolvere i guai dell’ateneo.

L’esponente della Pdl sa benissimo di toccare un nervo scoperto nell’animo dei Friulani, per cui l’Università è come l’Udinese, un affare di cuore. Eppure non si ferma, aprendo la strada a dichiarazioni come quelle riportate nell’intervista al Gazzettino dell’assessore regionale triestino Rosolen. L’esempio citato dall’esponente del governo regionale non lascia dubbi: «Perchè bisogna spendere soldi per la biblioteca della facoltà di Giurisprudenza di Udine, quando a 50 chilometri c’è un’ altra facoltà, più importante a cui destinarli?».

Già, perchè non spostare anche tutta l’Università, per evitare quei doppioni di cui parlano da 50 anni.