Contrario al Friulano? Ma almeno, lo parli bene l’Italiano?

Davide Turello sul MV di oggi

I nemici del friulano non stanno facendo una bella figura. Non c’è un loro scritto che non sia pieno di pregiudizi, contraddizioni, arroganza ed errori nelle argomentazioni e nella lingua (indipendentemente da quella usata). Per cominciare faccio i complimenti a Mario Giacomello per i suoi “voli low-coast“ (invece di low-cost): ma certamente la colpa è dell’eccessiva presenza del friulano. Gli svarioni madornali di Paolo Rumiz invece sono già stati messi in rilievo. È tuttavia interessante notare che queste persone, in un qualche momento della loro vita, devono aver sentito nominare dei personaggi (Marchetti, Placereani, Bellina…) e si sono messi in testa, evidentemente senza conoscerli minimamente e con una buona dose di presunzione, che questi abbiano avuto le loro stesse idee. Tra questi, di nuovo, Rumiz che attacca la lingua friulana standard o koiné tirando in ballo Bellina e la sua traduzione della Bibbia non sapendo che Bellina non è mai stato contrario alla koiné, anzi l’ha usata con costanza nei suoi scritti. Inoltre, come cultura e pensiero politico si trova agli antipodi rispetto a Rumiz. Ancora più sconcertanti sono i frequenti riferimenti a Giuseppe Marchetti miranti a screditare la lingua standard o koiné (anche se in realtà contrari al friulano in genere). L’ultimo è quello di Corrado Medeossi nella sua lettera del 17 febbraio. Costui, avverso alla koiné, parla della “lingua melodica di pre Bepo”. Ma pre Bepo Marchetti scriveva proprio in koiné e ne è stato il primo e più convinto propugnatore! Nelle prime pagine della sua ben nota Grammatica friulana del 1952 parla addirittura delle varietà locali, tanto amate dagli pseudo-amici del friulano, come di «sterpaglia inestricabile» e di lingua comune come di «una forma atipica, che non può essere identificata esattamente con alcuna delle varietà attuali, benché nel complesso rispecchi le parlate centrali e quelle dei maggiori agglomerati di popolazione» e aggiunge che quasi tutti i maggiori scrittori degli ultimi secoli se ne sono serviti. Nel 1955 Marchetti scriveva su Sot la Nape: «Con ciò non si dichiara guerra alle varietà paesane né si tenta di soffocarle: esse resteranno vive nell’uso parlato e domestico di ciascuno; esse potranno essere anche riprodotte in iscritto a scopo di studio o per particolari esigenze di ciascun cultore; ma nell’uso, diciamo pure, ufficiale, nelle tornate della Filologica, nelle manifestazioni culturali o anche popolari che adunano friulani da ogni parte della Regione e – in genere – negli scritti bisognerà rinunziarvi…». Ma ciò che lascia amareggiati (anche se non sorprende più di tanto) è che Medossi, che travisa completamente Marchetti e parla di sperpero di denaro a favore del friulano, si dichiara socio della Filologica! A ogni modo spero che i nemici del friulano, che desiderano fare tanto sfoggio pubblico della loro ignoranza, continuino a inviare i loro scritti alla stampa. Così facendo si squalificano da soli.<br />

2 Risposte a “Contrario al Friulano? Ma almeno, lo parli bene l’Italiano?”

  1. Tranciare giudizi su persone di cui non si conosce nulla denota
    quanto meno ignoranza.
    La mia esperienza parte proprio dagli anni di pre’ Bepo Marchet 
    dal dr. Marchi ed è continuata per 37 anni nella tipografia che
    stampava la maggior parte del friulano in tempi non certo facili
    Ho diretto l’azienda tra il 1975 e il 1985.
    Quando l’ignoranza è unita alla presunzione è deleteria per chi vuol
    sapere!

    Corrado Medeossi

  2. Per il sig. Medeossi

    immagino abbia capito che questo è un articolo apparso sul MV del 23 febbraio 08 a firma di Davide Turello.

    Se lei vuole replicare più diffusamente, mi mandi pure un suo scritto e lo pubblicherò sul blog.

    AR

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