Coopca: giugno 2015 la cruda realtà, nel bilancio addio patrimonio e per i negozi nessuna nuova offerta

di Lodovica Bulian.
Finisce così, con un intero patrimonio «bruciato». E con un rosso «pesantissimo». Sono i numeri a fotografare l’impietoso epilogo di una storia centenaria, l’ultimo atto del rapido sgretolarsi di un mito della mutualità e del risparmio marchiato Cooperativa Carnica. Il bilancio 2014, approvato ieri dal consiglio di amministrazione – sarà depositato entro questa settimana per passare al vaglio dei revisori dei conti e del collegio sindacale – scrive il segno meno davanti al patrimonio della cooperativa. Ed è la cronaca di un tracollo. Non annunciato. Ma scoperchiato come un fulmine a ciel sereno, da una richiesta di concordato depositata in tribunale lo scorso 17 novembre. La bozza del documento contabile licenziato dai consiglieri, mette nero su bianco un debito complessivo che sfora gli 85 milioni di euro, comprensivo del prestito sociale di 26,5 milioni e dei crediti vantati dalle banche (13 milioni) coperti dall’ipoteca sugli immobili. A far sprofondare i conti nell’annus horribilis della cooperativa sono le voci relative a tutte le svalutazioni e gli azzeramenti calcolati secondo i criteri prudenziali propri di un bilancio concordatario. Che hanno gravato sulla perdita per almeno 25 milioni di euro. Nell’esercizio 2014, poi, CoopCa ha perso quasi 20 milioni, oltre un milione e mezzo al mese. La cooperativa ha registrato nei dodici mesi un calo di fatturato del 15 per cento, riflesso delle difficoltà del mercato, delle forniture a singhiozzo e della cronica crisi in cui già versava l’azienda, poi sfociata nella mancanza di liquidità che ha costretto la coop a portare i libri in tribunale. E poi, ci sono i costi stellari della stessa procedura concordataria, che da soli pesano per più di un milione e mezzo di euro e che vanno conteggiati nel documento riferito al 2014. D’altronde era stato lo stesso cda ad avvertire che il bilancio questa volta sarebbe stato «lacrime e sangue». Mancano ora all’appello i conti dei primi mesi del 2015, fino al 31 maggio, richiesti dal commissario giudiziale, Fabiola Beltramini, chiamata a esprimersi sulla fattibilità e la sostenibilità economica del piano concordatario consegnatole proprio ieri dal legale del cda di CoopCa, Giuseppe Campeis. Con solo qualche integrazione e piccola rettifica rispetto a quello già nelle mani del tribunale e contenente le proposte d’acquisto già formalizzate per 15 milioni da parte di Coop Nordest, Despar, Conad, Ali e Discount. Ma non la svolta della salvezza. Che si spera ancora arrivi nei prossimi giorni. Quando, probabilmente, il cda di Civibank delibererà la proposta di acquisto del Cedi, il super magazzino di Amaro, su cui pende un mutuo di 10,8 milioni concesso al tempo dallo stesso istituto. Benzina per il piano concordatario, che così lieviterebbe a 25 milioni. E quando potrebbe forse arrivare la tanto sofferta proposta da Confcooperative, oggetto di un confronto ieri tra il presidente nazionale delle bianche, Maurizio Gardini e il presidente di Legacoop, Mauro Lusetti. Ma “verba volant”, e a oggi «l’acquisto del Cedi e di ulteriori punti vendita non si è concretizzato – sono le parole dell’avvocato Campeis -. Quindi abbiamo presentato una conferma sostanziale del piano concordatario lasciando la medesima stima, ma con la prospettiva di ulteriore miglioramento. Io ritengo che per i creditori – aggiunge – sia molto più importante prendere visione del documento, che illustrerà in maniera analitica e sintetica tutti i pro e i contro del piano concordatario. Così potranno esprimere consapevolmente il loro voto scegliendo il male minore tra il piano concordatario e il fallimento». E della linea di voto da tenere all’adunanza dei creditori in programma il 20 giugno a Udine, il comitato soci discuterà venerdì nell’assemblea convocata nella sala teatro della casa della gioventù a Buja. Per quanto riguarda il bilancio probabilmente verrà bocciato.