Coopca: il grido della Carnia «Cancellato il futuro dei nostri figli»

di Lodovica Bulian.
Risparmi di generazioni. Non solo «i nostri che sono il frutto del sudore e delle fatiche di decenni di lavoro, ma quelli dei nostri genitori…». È a questo punto che Mary, una distinta signora sulla settantina, si interrompe perché sale il magone e gli occhi azzurri le si bagnano. Ha smesso di contare quante volte negli ultimi dodici mesi le è capitato di piangere nel buio di notti insonni, seduta a tavola con suo marito o parlando con sua figlia, e in tutti i momenti di una quotidianità a cui è stata strappata la serenità. Rifiata. «Quei soldi, quelli dei nostri genitori intendo, erano sangue. Ha capito? Sangue delle nostre famiglie». Disperso in modo «ignobile» da chi «ha giocato con la vita delle persone», inghiottito da un dissesto finanziario che ha dissipato il patrimonio di CoopCa bruciando in un solo colpo 7 milioni di euro di azioni. Già, le azioni, e gli azionisti. Le prime vittime del crac e l’ultimo anello di una rimborsabilità apparsa da subito remota. Sono rimasti per mesi in silenzio ad ascoltare increduli e impotenti le cronache della fine dei loro risparmi. Ieri a Tolmezzo l’avvocato dei risparmiatori, Gianberto Zilli, in uno degli incontri organizzarti dal Comitato soci, li ha guardati negli occhi e ha spiegato loro che l’incubo è reale e non riavranno nulla dal concordato. Ma anche che possono agire in sede civile, e con un percorso lungo e tortuoso chiedere un risarcimento danni contro i responsabili del disastro che eventualmente saranno individuati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Udine. Maria di anni ne ha 77, un marito, in due prendono una pensione di mille euro in tutto. Ha un affitto da pagare, perché nonostante 40 anni di lavoro non è riuscita a comprare casa, ha cambiato diversi impieghi e qualche anno di contributo si è smarrito nel vortice burocratico della previdenza sociale. Quello che era riuscita a mettere via lo aveva investito in certificati azionari acquistati accanto al banco dei salumi nel supermercato sotto casa. «13 mila euro per me erano una sicurezza». La quota, intorno ai 100 euro, necessaria per partecipare a un’azione legale la induce a gettare la spugna. «Quei soldi mi servono per fare la spesa, non me la sento». Il terrore di non arrivare a fine mese: è questa la realtà in cui è stata catapultata da un giorno all’altro un’intera comunità in Carnia e non solo. Pensionati, lavoratori, disoccupati, minorenni intestatari di certificati azionari CoopCa. In fila dall’avvocato Zilli c’è anche una famiglia intera. «Lei è mia suocera» dice un’azionista indicando un’anziana signora che attende seduta a un tavolino con l’espressione seria e i tratti avvolti dalla preoccupazione di chi sa che non riceverà rassicurazioni. «Tutti noi, mio marito e mio fratello, avevamo acquistato certificati. Rendevano più di una banca. Avevamo anche libretti di risparmio. In tutto 200 mila euro». Nella stessa fila c’è anche un signore sulla settantina, titolare di 60 mila euro di azioni: «Mio zio è stato tra i fondatori della cooperativa, 100 anni fa. A vedere questo scempio, si sarà rivoltato nella tomba».

Una risposta a “Coopca: il grido della Carnia «Cancellato il futuro dei nostri figli»”

  1. fra coop e banche locali che falliscono è veramente una tragedia perchè
    è qui che chi ha poco e molta fiducia perde quei due risparmi di una vita di lavoro. Dove mettono i nostri risparmi, dobbiamo dire che sono tutti ladri e basta???? …non può essere…

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