Cormòns: non si placano le polemiche sul trasferimento del Tavolare, intervento di Riccardo Leone

Municipio di Cormons

di Riccardo Leone, capogruppo in consiglio comunale e coordinatore del Pdl

Manifestare la propria contrarietà in merito al trasferimento da Cormòns dell’Ufficio Tavolare, senza sapere a cosa si dovrà andare incontro quando ciò avverrà, è pienamente legittimo. Se poi è visto nell’ottica dell’ennesimo provvedimento associato, in ordine di tempo, a tutti quelli che dagli anni 70 a oggi hanno reso possibile il declassamento del nostro Comune, allora il suo trasferimento momentaneo a Gradisca d’Isonzo fa proprio rabbia. Si iniziò con la chiusura del Commissariato di Pubblica Sicurezza, del distaccamento dei Vigili del Fuoco, dell’Ospedale Civile e della Pretura, per arrivare alle più recenti chiusure delle due caserme a Cormòns e Brazzano, della caserma dei Carabinieri sempre nella medesima frazione cormonese, e della Guardia di Finanza. Se invece si ragiona con il “buon senso” auspicato dal presidente della Regione Renzo Tondo nella sua lettera in risposta all’appello del sindaco Patat, nell’ottica della già avviata informatizzazione, che «…in questo particolare momento di grave congiuntura economica al fine del contenimento della spesa…» è maggiormente giustificata, allora non si può non condividere tale risoluzione. Con il completamento dell’immissione in rete di tutte le mappe cartacee ora presenti nel Tavolare cormonese, ciascun cittadino (o professionista di fiducia) potrà accedere direttamente al proprio numero di particella digitando semplicemente la sua password, senza il problema di cercare un parcheggio davanti all’ufficio tavolare di Cormòns, di Gradisca, di Sidney per richiederne una copia. Il fatto eclatante che molti cittadini non sanno, invece, e che li dovrebbe far alquanto riflettere, è che questo progetto rivisitato nel 2010 dal Presidente Tondo, altro non è che un progetto già avviato dalla Giunta regionale presieduta da Riccardo Illy, con il consenso anche dell’allora assessore regionale Antonaz e del consigliere regionale Gherghetta, scesi ora in campo assieme ad altri consiglieri regionali che sostenevano la Giunta Illy (Travanut e Brussa solo per citarne alcuni…) con i sindaci isontini nella “crociata” contro il trasferimento dell’ufficio da Cormòns a Gradisca. Un progetto regionale che, per la nostra Provincia, doveva avere due grandi punti di riferimento dove accorpare sia il Tavolare sia il Catasto. Uno a Gorizia per la città e la “Destra Isonzo” compreso il Cervignanese; l’altro a Monfalcone, che comprendesse sia la città dei cantieri sia il resto della Provincia. Come mai a Monfalcone va tutto bene (…madama la marchesa) senza una lamentela, mentre qui si rischia di lasciare sguarnito un vasto territorio da un vitale servizio?! E ancora, perché se adesso la Giunta Tondo si è assunta l’onere di completare ciò che era rimasto incompiuto, l’operazione non è più valida ma diventa un grave danno per la collettività?! Si potrebbe condividere la contrarietà al trasferimento del Tavolare a Gradisca per motivi storici, ma non è una giustificazione valida, specie per un Comune che a suo tempo si è lasciato abbattere la storica stazione dei treni (piccolo gioiello asburgico) e trasformare lo storico “Caffè Massimiliano” in una filiale di banca! Molto più strategico, invece, presentare agli occhi della gente una possibile riduzione di spesa come l’ennesima malefatta dei berlusconiani! Un ordine del giorno pieno di demagogia, quindi, quello presentato in consiglio comunale dal sindaco Patat (…che ha il coraggio pure di dichiarare di sentirsi preso in giro) confezionato ad hoc dalle amministrazioni comunali di sinistra, compresa quella provinciale di Gorizia, con unico scopo di andare contro il Presidente Tondo. Inevitabile, quindi, il mio voto contrario. Al Sindaco Patat, in conclusione, che si stupisce delle mie dichiarazioni ignorando la fonte delle mie informazioni, sappia che ai tempi della giunta Illy erano presenti, tra i banchi dell’opposizione, consiglieri regionali con i quali io ho l’onore di poter costantemente dialogare, rievocando anche episodi come quello sopracitato.