Dipende da noi? Ma chi ci crede

Dal MV di oggi

Se un cambiamento dovrà esserci nell’andamento futuro del "sistema montagna", esso dovrà per forza di cose partire dal basso, da coloro che in montagna vivono. Questa in sintesi, la conclusione a cui è giunta la due giorni di studio "Rete montagna", organizzata a Tolmezzo nell’ambito delle celebrazioni per i quarant’anni dalla morte di Michele Gortani.
Dopo le relazioni di esperti e tecnici del settore, che hanno inquadrato il problema e rappresentato la situazione attuale delle Alpi, è toccato alla parte politica tracciare le possibili linee di intervento per arrivare alla stesura di un Protocollo per la vita nella Alpi efficace e concreto. Alla tavola rotonda hanno partecipato l’assessore regionale Enzo Marsilio, il presidente della Provincia Marzio Strassoldo, il presidente della Comunità montana della Carnia Lino Not, Silvia Giulietti del Ministero dell’ambiente, Ester Cason Angelini della "Fondazioni Angelini" e Roland Psenner di "Rete montagna Austria". In attesa della concretizzazione del Progetto montagna elaborato dalla Regione, Marsilio ha sottolineato come sia indispensabile riscoprire il valore aggiunto del vivere in montagna, «ricostruendo un modello di comunità in grado di fare restare in loco la popolazione». Considerando «reversibile» il trend negativo che sta attanagliando le zone montane, Strassoldo ha individuato due strade per perseguire lo sviluppo: «E’ necessario intervenire a livello culturale, rovesciando l’attuale tendenza di richiamo della città, ricostruendo quelle forme di economia integrata di tipo manifatturiero che una volta funzionavano bene». Anche lo sviluppo però avrà un suo prezzo: sull’accordo tra tradizione e trasformazione si giocherà il futuro delle Alpi.

Ma veramente dipende da noi il nostro futuro? E allora perchè non ci fate decidere autonomamente su elettrodotti, acque e risorse montane? …… Lasse piedi dai cal è mior.