Enemonzo: la favola bella di Ines Taddio, cantante Italiana in Germania, cantante tedesca in Europa

 

di Ermes Dorigo.

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Premessa: Ines Taddio oggi ha 87 anni e vive a Colonia; il figlio Carlo Bach è un artista d’avanguardia di fama internazionale. L’intervista è di qualche anno fa, quando la Taddio aveva ormai abbandonato la carriera di cantante e nel cinema, dedicandosi alla fotografia. Quindi, è di estrema attualità.

“Le mie ferie le passo a Enemonzo che ancor oggi è per me il più bel paese del mondo”. Così esordisce Ines Taddio nel nostro incontro agostano, mentre divora con occhi maternamente fieri il figlio Carlo Bach, “apprezzato artista d’avanguardia – come sottolinea -, che vive a Trieste”. Ines è signorile e raffinata sia nel vestire, che nel portamento e nei gesti, appassionata, vitale, entusiasta e giovanile nell’impeto con cui racconta e ripercorre la sua esperienza, come non ci credesse ancora, come fosse una favola e non una bella realtà.

“Sono nata qui a Enemonzo, piccolo paese della Carnia – mi dice -, il 28 dicembre 1928 sotto il segno del Capricorno. Già giovanissima sono stata notata per la mia avvenenza e nel 1945 eletta Miss Carnia. Invitata poi a Grado per l’elezione di Miss Friuli Venezia Giulia mi classificai al secondo posto ed ebbi la possibilità di partecipare all’elezione di Miss Italia, ma mio padre non era d’accordo e  rinunciai. Questo, comunque, mi procurò una parte nel film Penne nere con Marcello Mastroianni: si profilava per me a Roma una carriera nel cinema, ma i miei genitori mi volevano prima di tutto diplomata. Essi, che avevano un piccolo negozio, desideravano che io avessi una solida formazione professionale e mi fecero studiare, come le due sorelle, per diventare insegnante. Conseguito il diploma, andai a Salisburgo, perché era desiderio di mio padre che studiassi il tedesco. Ed è qui che le cose presero un corso imprevisto”, mi dice quasi con stupore, come ancora vivesse la sorpresa e la meraviglia d’allora.

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“Mi sistemai nel collegio San Sebastian; la mia insegnante era anche annunciatrice in un programma musicale della radio e suonava il pianoforte. Il caso volle che un tecnico registrasse una nostra improvvisata esibizione. Rientrata in Italia dopo una settimana ricevetti una telefonata, nella quale mi si diceva che alla sera mi sarei potuta ascoltare alla radio di  Salisburgo e che il direttore Jo Balke entusiasta mi aveva inviato un contratto per un anno. Da qui, era il 1955, cominciarono oltre il lavoro alla radio – alcune registrazioni vennero poi messe in programma anche dalla radio italiana, le serate e incisi il primo disco. Andai anche a Roma – continua – e fui invitata insieme a Domenico Modugno alla trasmissione “Il rosso e il nero”, condotta da Corrado. Mi offrirono subito un contratto per un anno alla RAI e andai ad abitare in via Asiago assieme a Miranda Martino, Emilio Pericoli, Tonino Torielli. Ingaggiata poi per il maestro Canfora cantai anche con Luttazzi e Trovaioli”.

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Leggo nella sua biografia in tedesco che accompagna il suo recente CD “Carosello Italiano”, uscito da pochi mesi, distribuito in Germania, Austria e Belgio dove è trasmesso ogni giorno nelle diverse stazioni radio di questi paesi,con le sue vecchie canzoni in tedesco, “che va molto bene, il prossimo sarà in diverse lingue”:  “ Ines Taddio non ha solo talento per il canto; bionda, con le gambe lunghe ed una figura da sogno è anche una visione sconvolgente. Nella cerchia dei musicisti la chiamano “Marilyn Monroe”. Nessuna meraviglia che gli uomini con i quali ha rapporti di lavoro desiderino avere più ravvicinati rapporti con lei ed avventure fugaci. Ma la cantante non li prende in considerazione. Quando per lei le costanti attenzioni dei meridionali di sangue caldo diventano eccessive, ritorna a Salisburgo e diventa subito una versatile interprete di canto presso l’OKF. La sua voce vitale – cito ancora dalla sua biografia – con l’insuperabilmente impercettibile accento italiano giunge agli ascoltatori e nel 1956 esce il primo disco presso l’Austroton. Lei è poi rappresentante dell’Austria nella allora amata trasmissione musicale “La musica non conosce confini”, che viene trasmessa anche dalle radiostazioni tedesche”.

Riceve, infine, una telefonata di Heinz Gietz, il produttore tedesco più famoso, scopritore di Caterina Valente, che le propone un contratto alla Polydor ad Amburgo: da allora in Germania  si susseguirono dischi, spettacoli e serate. Poi le incisioni anche di dischi in francese e in italiano. Dal 1959 vengono prodotti regolarmente singoli a Colonia. Il suo debutto televisivo in Germania avviene nella trasmissione “Ad Amburgo si approda volentieri” e le riviste con i programmi radiotelevisivi ne prendono spunto per dare dettagliate informazioni sulla nuova stella di successo venuta dall’Italia. In brevissimo tempo compie in Germania una carriera notevole. Le presenze in scena e le trasmissioni radiofoniche si moltiplicano e lavora con tutti i direttori di orchestra famosi come Erwin Lehn, Franz Thon, Werner Muller, Alfred Hause, Cedric Dumont, Willi Berking. Non da ultimo, grazie ai suoi contatti internazionali, vengono tradotte anche in italiano o in francese molte delle sue registrazioni tedesche.

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“Cominciai  – continua Ines, mentre mi mostra delle fotografie – ad essere invitata in tutta l’Europa e partecipai a diversi spettacoli televisivi e nel 1959 al Festival di Knokke assieme a Charles Aznavour e Edith Piaf.” Sospira un attimo e poi esclama”Essere nominata in cartellone insieme a stelle così famose è stata  naturalmente una cosa assolutamente da impazzire e ne fui allora paurosamente orgogliosa”.  Dopo una breve pausa prosegue: “Nel 1961 partecipai al Gran Prix Eurovisione. Poi, come allora era di moda a diversi film musicali (“ E tu tesoro rimani qui, Balla con me fino al mattino, Così è l’amore dei marinai, Il gabbiano bianco, Le favolose zie,  e Uno mangia l’altra “con  la sex-bomba di Hollywood Jane Mansfield. Fui ospite al Premio Italia a Taormina; l’organizzatore mi chiese, tutto sbalordito: “Ma Lei vuole cantare qui qualcosa in tedesco?. Risposi di non avere altri pezzi e presentai le mie canzoni tedesche, riscuotendo grandi applausi”.

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Con il successo “Pigalle” partecipa al concorso di canto internazionale di Pesaro per la Germania. Tra gli altri partecipanti più in vista: Georges Moustaki, che canta per la Francia e Marie Dieke (da noi più conosciuta come “Ria Solar”), che rappresenta la Svezia. “ Qui per la prima volta – sottolinea –  mi fecero visita alla televisione i genitori, orgogliosi, con mezzo paese. Fui una delle prime cantanti europee a essere invitata oltre cortina. Sentita nel 1964 da Agiubei, genero di Krusciov, durante l’esibizione per il compleanno di Tito all’Orpheum di Belgrado, fui invitata per venticinque esibizioni; per due mesi tenni concerti  in Polonia, in URSS a Mosca, Leningrado: “ Il primo concerto – ricorda – nel Palazzo dello Sport di Mosca con quasi 15.000 spettatori fu un successo sensazionale. Per questo viaggio musicale all’estero avevo imparato una canzone in russo, che però nell’esame del programma da parte dei rappresentanti della Konzertagentour statale sovietica non venne accolta. Tuttavia scatenai l’entusiasmo con le mie entrate in scena, prima di tutto con la canzone di successo 24.000 baci, che aveva un ritmo da twist e il twist era allora in Russia ufficialmente proibito, ma proprio per questo particolarmente richiesto dalla gioventù”. Divenne una top star in Ungheria con il disco ‘Come sinfonia’ e ‘Speedy Gonzales’ (14000copie vendute); seguirono tournée e concerti  in Romania e Jugoslavia. In chiusura di questa tournée a Berlino Est e a Dresda  strappa gli ascoltatori dalle sedie. In occasione di questi spettacoli viene pubblicato dalla Amiga il LP “Kurst Edelhagen a Berlino”, nel quale è possibile ascoltare Ines Taddio con Tony Renis nello Hit Quando, Quando.

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Proprio nel momento in cui gli introiti della vendita dei suoi dischi cominciano costantemente a salire, Heinz Gietz lascia la Polydor e passa alla Electrola. Alcuni artisti e soprattutto quelli che devono al compositore molto del loro successo, lo seguono. Tra loro, Bill Ramsey e Ines Taddio: “Non so se questa decisione sia stata giusta” dice oggi, “perché la Polydor non aveva in quel periodo nessuna grossa star femminile e con me si proponeva di guadagnare”. Comunque dà priorità alla collaborazione con Gietz.

Nella primavera del 1962 –sostenuta da numerosi interventi radiotelevisivi – esce la sua prima canzone con la nuova casa discografica. Heinz Gietz prosegue inizialmente con lo stile italiano abituale, a volte sentimental-romantico, a volte pieno di slancio e temperamento, con canzoni di successo, di calore meridionale. Non ottenendo un successo efficace, tenta la strada di un sound più attuale e fa cantare a Ines Taddio, ad esempio, una cover version di “As usual” di Brenda Lee-Hits. Ha così finalmente la possibilità di mostrare qualcosa di più delle sue potenzialità e della sua versatilità.

“Verso la metà degli anni ’60 mi sposai con il commerciante Karl  Bach, originario di Colonia. Quando poi nacque mio  figlio Carlo, la vita familiare ebbe la prevalenza sulla vita di spettacolo; di tanto in tanto  partecipai ancora a qualche galà.. Ma il marito e il bambino vennero per me al primo posto. Quando si incomincia a cantare solo saltuariamente, si perde un po’ l’esercizio”, racconta ripensandoci, ma senza rimpianto; “ad ogni modo, prima di ogni spettacolo io ero sempre follemente nervosa, cosa che negli anni precedenti non conoscevo affatto”.

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La colpiscono inoltre, improvvisamente, disturbi alla vista e viene accertato che le forti emozioni e la tensione nervosa le causano una infiammazione alla retina, che effettivamente alla fine regredisce, ma che tuttavia resta pericolosa. Così decide di lasciare definitivamente il canto e il palco e di chiudere con l’attività artistica. Quando il marito muore improvvisamente per un male incurabile a soli trentanove anni, alla fine degli anni ’70,  ritorna con  il figlio in Italia. Non interrompe mai i contatti con la Germania, continua regolarmente a far visita alla suocera, con la quale ha sempre un buon rapporto. Per lei da alcuni anni è ritornata  in Germania e da allora vive a Colonia: “Io amo questa città.Mi sento bene lì, quasi come a casa. La mentalità della gente di Colonia, la sua apertura mi è molto cara e qui ho trovato subito buoni amici”.

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Finito? No, perché Ines Taddio è ancora indomita, inquieta, alla ricerca sempre di nuove forme espressive: coltiva l’ hobby o piuttosto la passione per la fotografia. In un concorso del “Koln Express”, al quale  partecipa solo per divertimento, vince con una sua foto, minimalista la definirebbe il figlio Carlo, il primo premio e da allora la macchina fotografica ha un ruolo sostanziale nella sua vita:  “Ma”, dice, “bisogna avere lo sguardo giusto per le cose. E questo è più importante che non la migliore attrezzatura tecnica”. A questo punto ci lasciamo con la promessa che mi invierà almeno parte delle fotografie che esporrà in due mostre, una intitolata “Colonia vista da un’italiana”, l’altra, pare, presso l’Istituto Culturale Italiano  a Colonia.

(Si ringrazia per la traduzione dal tedesco Marina Di Ronco)

2 Risposte a “Enemonzo: la favola bella di Ines Taddio, cantante Italiana in Germania, cantante tedesca in Europa”

  1. bella storia. piccola nota: vicino a Ines e Tony Renis c’è nientedimeno che Quincy Jones, nella foto, altrochè. (lo dico solo perché andrebbe indicato)

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