Fagagna: il caporale Matteo Stefani muore travolto da una valanga

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È morto poco dopo essere stato recuperato dagli uomini del soccorso alpino un parà degli alpini, travolto vicino al rifugio Gallo Cedrone, sui monti di Sesto Pusteria.  Il militare, il primo caporale maggiore Matteo Stefani, 28 anni di Enemonzo (residente a Fagagna) , si trovava in montagna assieme ad un commilitone , il capitano Mattia Bevilacqua,  di Tolmezzo. I due erano in montagna gia da ieri. Stamani, dopo il pernottamento al rifugio Monte Elmo, mentre attraversavano una zona scoscesa, sono stati travolti dalla valanga. Bevilaqua è riuscito a mettersi in salvo con i propri mezzi ed ha chiamato i soccorsi, resi estremamente difficili dalle avverse condizioni meteo e dal persistente pericolo della caduta di altre valanghe. Il parà è stato recuperato sotto due metri di neve: era ancora vivo, ma è morto poco dopo il ricovero all’ospedale di Brunico.

La disgrazia ha suscitato cordoglio tra i commilitoni di Stefani, sposato ma senza figli, che era di stanza al 4/o Reggimento Monte Cervino di Bolzano. Il comando degli Alpini ha espresso il proprio cordoglio per la morte del militare «grande amico della montagna» ed estremamente esperto, è stato detto. Al momento della disgrazia il militare era in licenza ed era dotato di tutte le attrezzature per le escursioni in quota.

4 Risposte a “Fagagna: il caporale Matteo Stefani muore travolto da una valanga”

  1. Aggiornamento del 21/10/2010

    Quello che doveva essere un week end di sci alpinismo, passione e lavoro sia per il capitano Mattia Bevilacqua che per il caporal maggiore Matteo Stefani, parà del Monte Cervino di Bolzano, è invece finito in tragedia. Il ventottenne alpino originario di Enemonzo e residente a Fagagna non è sopravvissuto alla valanga che l’ha travolto sul Monte Elmo: lascia nel dolore la giovane moglie Luisa.
    L’amicizia che legava Matteo Stefani, 28 anni, e Mattia Bevilacqua, 30, risale all’infanzia dei due passata nei boschi di Enemonzo. Anche la passione per l’alta montagna, roccia in estate e scialpinismo in inverno, e la carriera militare hanno ben presto contraddistinto le vite parallele dei due amici, Matteo Stefani divenuto caporal maggiore degli alpini paracadutisti, in forza da sette anni al 4º Reggimento di stanza a Bolzano, capitano del genio il secondo, in forza al Polo interforze di Roma. Come in quasi ogni occasione di incontro fra i due, anche questo fine settimana di licenza per entrambi, ha rappresentato l’occasione di un’escursione di sci alpinismo.
    Le previsioni meteo non erano davvero favorevoli, con un rischio valanghe pari a 3 su una scala di 5, ma forse proprio per questo i due amici hanno scelto un’escursione relativamente facile, con un bivacco in quota sulla Cresta Carnica in attesa degli sviluppi meteo. Ben attrezzati ed indiscutibilmente esperti, i due militari sono così saliti venerdì da rifugio Pendio di Sesto fino ai circa 2.500 metri di quota della Cresta Carnica dove hanno pernottato, quasi all’aperta, al bivacco Panorama.
    Ieri mattina poi, immersi nelle nuvole e quasi nel mezzo di una tormenta, i due hanno scelto di rientrare verso Sesto, tagliando verso destra dal bivacco Panorama in direzione del rifugio Gallo Cedrone. Nel farlo però hanno scelto il largo avvallamento direttamente sottostante l’ex casermetta della Guardia di finanza, nota anche come Sextenhaus ed esattamente 500 metri sotto la casetta hanno trovato ad attenderli la tragedia.
    Un paio di serpentine nelle neve fresca, sulla quale si erano anche accumulati i circa 35 centimentri di neve caduti in mattinata, hanno causato il distacco della valanga che, attorno ai 2000 metri di quota ha investito di striscio il capitano Bevilacqua cogliendo invece in pieno il caporal maggiore Stefani. Dopo meno di una cinquantina di metri di caduta Mattia Bevilacqua è però riuscito a liberarsi e a lanciare l’allarme che il 118 ha diffuso sia in Italia che in Austria.
    Nei primi momenti, le proibitive condizioni del tempo hanno costretto gli elicotteri a rientrare alle basi rimamendo in stand by mentre i soccorritori, il Bergrettungsdienst di San Candido, gli uomini del Cnsas di Sesto e il soccorso alpino della Finanza, tutti con i cani da valanga, hanno raggiunto il luogo di intervento con gli impianti di risalita e le motoslitte. I frenetici minuti di ricerca, in una condizione di gravissimo pericolo per il possibile distacco di altre valanghe, sono stati ridotti al minimo anche dall’apparato Arva che lo Stefani aveva con sè e che ha permesso ai soccorritori di rintracciarlo, 400 metri più a valle, sotto circa un metro e ottanta centimetri di neve.
    Il Christoforus dell’elisoccorso austriaco, alzatosi in volo approfittando di un miglioramento delle condizioni meteo, ha verricellato sul posto il medico d’emergenza che ha proseguito la rianimazione di Stefani già avviata dai soccorritori. Ogni sforzo e anche il volo verso l’ospedale è però risultato inutile ed il giovane, che lascia a Fagagna la giovane moglie Luisa, è spirato prima ancora dell’arrivo a Brunico, dove la salma è stata composta nella cappella mortuaria.

  2. era un mio amico..averlo saputo mi ha straziato il cuore!!! addio Matte..rimarrai per sempre nel mio cuore e in quello di tutte le persone che ti hanno conosciuto.

  3. Aggiornamento del 22/02/2010
    E’ dolore, sconcerto e cordoglio a Enemonzo e a Fagagna per la morte sabato in Val Pusteria del caporal maggiore Matteo Stefani travolto da una valanga mentre era impegnato in un’escursione di scialpinismo assieme a un colelga e amico, il capitano Mattia Bevilacqua. A Enemonzo vivono i genitori, mentre a Fagagna lo sventutato ventottenne risiedeva in via Germanica con la moglie Luisa Rosso. Oggi la salma, ma si attende ancora il nulla osta, dovrebbe giungere a Fresis, frazione di Ememonzo, dove nella casa natale sarà allestita la camera ardente. I funerali si dovrebbero tenere domani, nel pomeriggio, sempre nella frazione alta di Enemonzo.
    «Non meritava questa fine. Era un ragazzo ben voluto da tutti. Dai commilitoni e dai suoi superiori. Lo sci era una delle sue grandi passioni, non meritava di morire così». E’ un dolore immenso quello di papà Levis al quale riesce difficile parlare di Matteo. «È venuto su, a Fresis l’altra domenica, per una grigliata. Veniva spesso, con la moglie, a trovarci, noi e sua nonna a cui era molto legato». Una festa in famiglia proseguita dalla domenica sino a lunedì mattina: quindi mentre la moglie si recava a Fagagna, dove gestisce un laboratorio di parrucchiera, l’Elite, Matteo prendeva la via per Bolzano, dove prestava servizio nel reggimento alpini paracadutisti, in attesa di fregiarsi del grado di sottufficiale per il quale aveva da poco concluso l’addestramento e superato gli esami.
    Papà Levis ricorda i particolari strazianti quando ha ricevuto la notizia, prima gli era stato detto di un grave infortunio, poi però mnessuno ha potuto più nascondere la tragica verità. Così la famiglia ha deciso di partire subito.
    «Era un esperto di neve e di sci – racconta ancora papà Levis: si trovava, con il suo amico Mattia, a soli 200 metri dalla stazione della funivia. Avevano deciso di terminare di sciare: raggiunta la funivia avevano deciso di rientrare a valle. Invece la valanga li ha rapiti».
    Papà Levis racconta di essere stato informato delle cause della morte del figlio: «Ci hanno detto che deve aver preso un colpo alla testa e aver perso i sensi: poi è stato sepolto dalla valanga sotto la quale è stato soffocato».
    Anche Fagagna come si diceva è in lutto per la scomparsa di Matteo Stefani. A Fagagna il giovane parà alpino era arrivato due anni fa con il matrimonio con la fagagnese Luisa Rosso, parrucchiera 21enne. Matteo era conosciuto in paese anche se la sua professione lo portava a stare lontano dal Friuli. Era infatti caporal maggiore degli alpini paracadutisti, in forza da sette anni al 4° Reggimento di stanza a Bolzano, aveva alle spalle missioni in Iraq, Afghanistan e Bosnia, mentre il suo amico Mattia Bevilacqua è capitano del Genio, in forza al Polo interforze di Roma. E in nome di questa grande amicizia, Matteo aveva scelto proprio Mattia per fargli da testimone di nozze. Erano insieme anche sabato mattina: avevano approfittato di un fine settimana di licenza per tornare ancora una volta tra quelle montagne che tanto amavano. Erano entrambi ben attrezzati ed esperti. Purtroppo, però, mentre scendevano a valle dopo un pernottamento al bivacco Panorama, è accaduta la disgrazia. Matteo Stefani è stato travolto in pieno dalla valanga, mentre Mattia Bevilacqua è rimasto coinvolto solo marginalmente, riuscendo a dare l’allarme. Inutili, purtroppo, i tentativi dei soccorritori di salvare il 28enne fagagnese che è spirato prima dell’arrivo in elicottero all’ospedale di Brunico.
    Grande cordoglio, dunque, per la morte prematura di questo giovane militare. Già nella serata di sabato, i genitori- mamma Sandra e papà Levis- e la giovane moglie di Matteo, insieme alla fidanzata di Mattia, hanno raggiunto l’Alto Adige. La salma del parà degli alpini è stata composta nella camera mortuaria di Brunico, vegliata da un picchetto d’onore dei colleghi della caserma Vittorio Veneto di Bolzano. Ieri anche i suoceri del ragazzo sono partiti da Fagagna alla volta di Brunico, portando con loro la divisa con cui il ragazzo sarà sepolto.

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