Fagagna: l’Oasi da 10 mila visitatori resiste con 13 volontari

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di Simonetta D’Este.

Una giornata intensa e rilassante ha caratterizzato la sesta festa dell’Oasi dei Quadris a Fagagna. Molte le persone e le famiglie che hanno scelto di vivere una giornata in mezzo alla natura, assistendo anche in mattinata a due convegni, il primo sulla “storia naturale del Tarpan, progenitore del cavallo domestico”, con Fabio Perco della stazione biologica dell’Isola della Cuna come relatore, e il secondo sulla “biodiversità del Rio Lini” con Manuela Giovannelli del Museo friulano di storia naturale come relatrice. Nel pomeriggio, poi, si sono svolte le visite guidate all’oasi, che in un anno ha accolto ben 10 mila visitatori. La peculiarità di questo angolo di paradiso è la presenza di specie a rischio di estinzione che vivono in libertà: cicogne bianche (ciconia ciconia) e ibis eremita (geronticus eremita), che sono gli ospiti più famosi e rari. Gli esemplari di cicogna sono una cinquantina (la colonia più grande in Europa), mentre gli ibis una sessantina. Erano 90 fino a pochi giorni fa, ma una chiusura difettosa di alcune voliere ha permesso che una trentina scappasse. Oltre a queste due specie, l’Oasi raccoglie una collezione di anatidi: la casarca moriglione al cigno nero, tre specie di oche, due di alazavola e tre di anatre, il fischione europeo, la moretta tabaccata e molti altri. Ma l’Oasi accoglie anche una famiglia di konik: si tratta di un maschio e una femmina con una puledra, e dell’ultimo nato, Marius, nato un mese fa a Fagagna. Si tratta di una particolare famiglia di cavalli, che appartiene a una specie selvaggia, arrivata a ottobre da Trasaghis. «Siamo contenti di poter festeggiare l’Oasi – spiega il neo eletto presidente Marco Rustico -. È una struttura sorretta da volontari, nel direttivo siamo in tredici, e ognuno svolge il proprio compito, dalla manutenzione di tutti i giorni alla gestione del centro visite. Nel 2013 abbiamo avuto 10 mila visitatori, 1.700 scolaresche provenienti dal Friuli, ma anche dal Veneto e dall’Austria». Il nuovo direttivo ha intenzione di migliorare ulteriormente la struttura. «Abbiamo grandi aspirazioni – spiega Rustico – come la reintroduzione della gru europea, ma anche di vederci riconoscere il titolo di “area protetta”». Intanto, l’Oasi deve combattere per i problemi quotidiani, soprattutto ora che arriva l’estate: «ci servirebbero dei pozzi artesiani ma non possiamo affrontarne i costi. Al momento utilizziamo l’acqua del rio Lini, ma con il caldo il suo livello scende e siamo costretti a utilizzare la autobotti».