Federcaccia: ecco i “dati reali” sull’attività venatoria, di Valter Rotter Berton

 

di VALTER ROTTER BERTON
presidente provinciale di Federcaccia Udine

All’indomani della chiusura della caccia, ancora una volta si assiste alla ormai consueta corsa delle sigle animaliste e anticaccia a stilare i bilanci della stagione, ovviamente tutti in negativo. Si denunciano così massacri di fauna selvatica; bracconaggio in aumento, anche se nulla ha a che fare con la caccia; calendari venatori fuori legge; numeri spesso gonfiati delle vittime di incidenti che, come in ogni altra attività umana, purtroppo accadono anche a chi pratica l’attività venatoria. Proprio su quest’ultimo punto l’Associazione vittime della caccia ha come al solito prodotto il suo squallido elenco di cifre. Per ristabilire la verità Federcaccia, insieme alle altre associazioni venatorie di Face Italia e al Cncn, ha puntualmente fornito i dati reali. Lo ha fatto con serietà, senza bisogno di truccare nessun numero, perché con serietà ha affrontato da tempo il problema con iniziative di promozione della sicurezza e di educazione, sia per chi si appresta a diventare cacciatore, attraverso i corsi preparatori agli esami di abilitazione per conseguire la licenza di caccia, sia per chi già lo è, magari da molti anni, con campagne mirate, sistematicamente veicolate a tutti i tesserati attraverso le pagine del proprio periodico, e con altre iniziative che presto seguiranno. E i risultati si vedono, come dimostrato da Face Italia e Cncn: una riduzione quest’anno di quasi il 50% degli incidenti mortali e una forte diminuzione dei feriti e degli infortuni. Consapevole della gravità dei drammi umani, familiari e sociali che stanno dietro ogni incidente, anche Federcaccia Udine non può quindi che condannare ancora una volta con forza l’uso pretestuoso e cinico che ne viene fatto al solo fine di attaccare una pratica lecita, regolamentata e controllata, al solo scopo di influenzare negativamente l’opinione pubblica. In un momento in cui le tensioni di una società in crisi, orientata sempre di più da una astratta cultura perbenistica, trovano purtroppo sfogo in episodi drammatici di intolleranza e di follia, che fanno registrare morti e feriti anche fra le pareti domestiche – 35 morti violente registrate a Roma in un anno e non certo per la caccia – è certamente discutibile e in qualche modo vergognoso attaccare in questo modo i cittadini cacciatori, persone che hanno la fedina penale pulita e una periodica certificazione sanitaria che ne garantisce l’equilibrio psicofisico. Allo stesso modo vergognoso, oltre che falso e offensivo, è il troppo spesso ripetuto accostamento fra cacciatori e bracconieri, due categorie che nulla hanno in comune e che sono anzi fortemente contrapposte. Come molte volte è pretestuoso l’attacco portato ai calendari venatori regionali, campo nel quale, ad esempio, la recente pronuncia della Corte Costituzionale sul caso della Sardegna ha creato un precedente di fondamentale importanza, sancendo che sul tema caccia le Regioni hanno potestà sulle scelte di governo del territorio. Chiarezza, certezza e rispetto del diritto. Questo chiedono i cacciatori e questo è quanto Federcaccia ritiene sia dovuto in un Paese civile. Contro questa e tutte le campagne ideologiche, in particolare quelle fondate su strumentali e ignobili conteggi, ci auguriamo ancora una volta che insieme alle Associazioni venatorie la condanna provenga anche dalle Associazioni ambientaliste più aperte e attente. Con loro non è più rinviabile, semmai, un confronto serio ed equilibrato sul tema di un più evoluto governo dell’ambiente naturale e di una sua corretta fruizione, anche come espressione di un prelievo programmato e sostenibile, che permetta ai cacciatori di esercitare il loro ruolo di gestori del territorio con più attenzione e competenza, utilizzando quegli stessi diritti e opportunità di cui godono nel resto d’Europa. L’interesse primario dei cacciatori è lo stesso di tutti quei cittadini sensibili all’integrità dell’ambiente e al benessere della fauna selvatica. Superare l’ormai ingiustificata contrapposizione ideologica è la premessa per una collaborazione che può garantire grandi vantaggi per l’intera società. *