Foresta di Tarvisio: per l’Assessore Violino il problema è economico

Non sarà rapidissimo il trasferimento di gestione della Foresta di Tarvisio dallo Stato alla regione Friuli Venezia Giulia. Non c’è nessun impedimento burocratico, ma la cosa è gravosa sul terreno sempre più difficile della spesa.  

«Servirebbe oltre un milione di euro all’anno soltanto per stipendiare i 50 forestali dello Stato in passaggio alla Regione – spiega l’assessore regionale Claudio Violino – e perciò la strada da imboccare passa attraverso un progetto generale di valorizzazione». Violino ha infatti conferito ai suoi uffici l’incarico di predisporre un piano che faccia tesoro di alcune idee rimaste per anni nel cassetto e di integrarle con nuove iniziative sia sul piano turistico che ambientale.

E se da Roma il ministro dell’Interno Roberto Maroni, "gestore" della foresta millenaria (la più antica e grande d’Italia), non fa mistero di essere d’accordo per una rapida definizione del trasferimento, a Trieste e Udine si getta acqua sul fuoco delle preoccupazioni dei 50 forestali statali («sarà un’operazione abbastanza banale», sdrammatizza l’assessore Violino), ma si punta a un accordo economico con il Governo: un’assunzione in carico delle spese per il nuovo personale che presenti carattere progressivo, fino ad andare a regime nel giro di cinque anni con spese a totale carico del Friuli Venezia Giulia.

Il progetto «sarà concordato in ogni dettaglio con il Comune di Tarvisio e quello di Malborghetto Valbruna», assicura Violino, che in Val Canale può contare anche sul contributo di «un leghista della prima ora» come Stefano Mazzolini, consigliere comunale tarvisiano e consigliere regionale mancato soltanto per un pugno di voti.

La Foresta di Tarvisio è proprietà della Chiesa, tecnicamente dello Stato pontificio. Si tratta di un’antica eredità del Sacro romano impero, che in questa vallata governava per il tramite dei vescovi vassalli di Bamberga. Accordi bilaterali attribuiscono allo Stato italiano l’onere della gestione, sebbene il "padrone di casa" resti il Pontefice. La gestione è a carico del Ministero dell’Interno, che sul posto si avvale di organi propri e della Forestale dello Stato. Nella foresta, inoltre, vigono generosi diritti di servitù per il prelievo di legname da ardere e da lavoro ma anche di materiale inerte: fu una concessione ai valligiani dell’Imperatrice d’Austria Maria Teresa che non è revocabile: è infatti prevista dal Trattato di San Germano, che dopo la Grande guerra regolò le vecchie norme con il nuovo assetto geopolitico. E siccome siamo di fronte a un accordo internazionale, non è modificabile né tanto meno cancellabile.

2 Risposte a “Foresta di Tarvisio: per l’Assessore Violino il problema è economico”

  1. E perché cancellarlo? Io non usufruisco di questo (generoso? ma ti sei informato bene?) diritto di servitù boschiva anche se abito in Valcanale, ma non per questo sono invidiosa. La lungimiranza di Maria Teresa d’Austria, che ha dato a chi vive in montagna un incentivo a rimanerci, è stata una decisione sociologica e politica di grandissima rilevanza. Tanta avvedutezza la troviamo oggi nei nostri politici? Lasciamo da parte le invidie e i campanilismi fra Carnia e Tarvisiano e andiamo avanti.

    Benvenuta Plazzotta

    [email protected]

  2. L'unica cosa sensata da fare è costituire il Parco Nazionale delle Alpi Giulie, progetto già programmato, ma abortito in quanto  sgradito sappiamo anche a quale lobby.
    Unitamente al Parco del Triglav e a quello delle Prealpi Giulie, seppur quest'ultimo destionato a rimanere un'entità separata visto che non confina direttamente nè con la Foresta di Tarvisio nè con l'area protetta slovena, si andrebbe a creare un'entità che sotto il profilo ambientale, della biodiversità, e, con un po' di lungimiranza, anche sotto quello economico-turistico, avrebbe ben pochi rivali a livello continentale con ricadute positive per il territorio e le sue attività produttive.
    Fermo restando, certo, il rispetto dei diritti di servitù a beneficio della popolazione locale, in riferimento al legname e l'abolizione, invece, di ogni attività venatoria, inconcepibile in quel paradiso che è la foresta tarvisiana proprie per le sue peculiarità.
    Ma già, abbiamo toccato un tasto delicato..   

    Un abbraccio, comunque, a tutti gli amici della Valcanale. 

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