Forni di Sopra: cementata la necropoli alto medievale

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di Gino Grillo.

Un getto di cemento sul sito della necropoli alto medievale di Andrazza: preoccupazione dell’associazione For da Difiendi. Recentemente parte del sito dove si trova una necropoli del VI-VIII secolo d.C. è stata oggetto a dei lavori che hanno comportato l’asportazione del terreno sovrastante il sepolcreto e il getto di una piattaforma in cemento. Lavori eseguiti su commissione da parte dei proprietari del luogo, quindi da privati. Ciò non toglie che una simile opera possa danneggiare eventuali altre operazioni di sondaggio iniziate, negli ultimi tempi, a fine del primo decennio del 2000 dopo un primo sondaggio eseguito sulle “masieras” (grumo di terra e sassi) alle fine del XIX secolo dallo studioso Alessandro Wolf che dopo aver effettuato sommarie indagini a seguito di un casuale ritrovamento di una tomba plurima contenete alcuni oggetti di abbigliamento personale, aveva ricoperto di terra la zona. L’archeologia è tornata prepotentemente nel centro dolomitico con Fabio Piuzzi che per l’Università di Venezia, su commissione del Comune e della Soprintendenza, ha riportato alla luce alcuni siti: Cuol di Ciastiel a Cella, il castello di Sacuidic nei pressi del Tagliamento e la necropoli alto medievale di Andrazza. I rappresentanti di For da Difiendi, che sono stati fra gli attori della riscoperta di questi siti, temono che la cementificazione di parte del sito comprometta il possibile futuro lavoro degli archeologi in zona. «Uno scheletro – affermano – di Andrazza si trova nel museo civico nazionale di Cividale con la targhetta che indica dove è stato ritrovato: vi immaginate la sorpresa di qualche eventuale turista o archeologo decide di visitare il sito e lo trova cementato?». La zona dopo gli scavi del 2009-2010 era stata ricoperta da 30–40 cm di terra, così come era avvenuto per secoli da quando si era persa la memoria del sito nei tempi andati, in attesa di eventuali altre ricerche. La necropoli rappresenta un’area importante dal punto di vista archeologico in quanto, ha affermato Piuzzi in un opuscolo edito dalla Soprintendenza ai beni archeologici del Friuli Venezia Giulia «questo contesto assieme alla necropoli di Ampezzo costituisce una delle poche significative testimonianze del popolamento post antico dell’alta valle del Tagliamento». Le perplessità di For da Difiendi comprende anche la valenza turistica che questo luogo potrebbe avere, e ci si interroga di come mai l’amministrazione comunale e la stessa Soprintendenza non siano interventi nella zona, che pare comunque non essere vincolata, facendo fermare i lavori o almeno a farli eseguire al di fuori dell’area sepolcrale.