Forni di Sotto: cala il sipario sul bar di Peìne (Genzianella) locale storico della Carnia

di Gino Grillo.
Chiude un altro locale storico della Carnia e con esso cala il sipario anche su un lungo intenso capitolo della storia locale. A fine marzo il bar ristorante Genzianella di Forni di Sotto ha visto scendere definitivamente le serrande. L’attuale gestrice, Marta Nassivera, ha gettato la spugna. “Dopo 53 anni dietro il banco, ora alla soglia dei 70 sono stanca. Poi bisogna sommare il calo del lavoro e il fatto che ora è cambiato il modo di vivere l’osteria”. Il bar era nato nel 1950 ad opera della madre di Marta, Maria Nassivera detta “Peìne” che l’aveva gestito, con il prezioso aiuto della figlia, sino alla sua morte avvenuta nel 2002. Da allora Marta si è trovata da sola a condurre il locale che è sempre stato un punto di riferimento per la politica non solo della vallata. Maria, iscritta al Psi, ha sempre considerato il suo locale un punto di incontro democratico tanto che da qui sono passati tutti i presidenti di Regione, da Bertoli alla Serracchiani, diversi ministri, deputati e senatori, di ogni colore politico democratico: Santuz, Toros, Zagari, Fortuna, Enzo Moro, Castiglione, Lepre, Fermo Solari e Ruggero Orlando fra i tanti. Qui si riunivano anche i sindaci della vallata, complice il fatto che lo zio materno di Mara, Bruno, e poi suo fratello Giovanni Battista, hanno per anni rivestito il ruolo di primo cittadino del paese. In altri tempi la sala da pranzo di Peìne si apriva fuori orario, e senza presentare il conto, per ospitare gli studenti che rientrando da Ampezzo trovavano il passo della Morte chiuso per slavina e dovevano farsela a piedi: qui trovavano ristoro gratuito, un buon piatto di minestra di fagioli e altro prima di proseguire verso le rispettive abitazioni. Al momento del commiato, l’altra sera, tanti avventori e tantissimi amici anche dai paesi vicini, che hanno ricordato la figura di Maria. Una donna che, per la sua passione politica, è stata rinchiusa nel carcere di Udine in quanto partigiana durante la seconda guerra mondiale, un’esperienza che la portò poi a essere ricevuta al Quirinale dall’allora presidente Sandro Pertini. Nell’accomiatarsi tutti hanno salutato Marta con un pizzico di nostalgia augurandole al contempo di godersi la meritata pensione.