Friuli: addio a Giovanni Spangaro, partigiano e imprenditore

Giovanni Spangaro, il popolare “Teribile” della lotta partigiana non c’è più: si è spento a 84 anni, nella notte al Gervasutta di Udine, dov’era ricoverato in seguito a una malattia. E’ stato un grande personaggio, prima nella resistenza, poi nell’imprenditoria. La sua è una storia straordinaria, la storia di un uomo vero, di altri tempi.

Fra i nomi di battaglia dei partigiani lui portava certamente uno dei più gagliardi e decisi in assoluto: “Teribile” (con una erre sola), onere non da poco per un ragazzetto di appena 14 anni, una sorta di Gian Burrasca della Resistenza che in Carnia faceva da staffetta fra i paesi e i reparti della Garibaldi sparsi sulla montagna, muovendosi a piedi, in motoretta o in bicicletta, portando viveri, informazioni, ordini.

In quei mesi drammatici, quando la vita di tutti era appesa a un filo, “Teribile” riuscì a compiere anche un piccolo miracolo affiancando monsignor Luigi Martin e il partigiano Cornelio Termine nel salvataggio del paese di Voltois, che i cosacchi volevano incendiare nella primavera del 1945 se non fossero stati restituiti loro dei cavalli. “Teribile” a viso aperto affrontò la minaccia, trovò il rimedio e diventò quasi un eroe.

Quando, pochi giorni dopo, gli invasori se ne andarono verso il loro tragico destino, il figlio del comandante cosacco gli regalò un paio di sci, in segno di una stima che le mostruosità della guerra non avevano cancellato. “Teribile” ricorda bene quelle vicende, sempre vivissime nella memoria.

In occasione del suo 80esimo compleanno (era nato il 30 maggio del 1930), come sorpresa i nipoti gli donarono un libro scritto da Abbondio Bevilacqua e stampato dalle Grafiche Manzanesi: oltre 120 pagine dense di immagini e di aneddoti che ripercorrono il senso e i momenti di una vita intensa, affrontata sempre con ardore, con sincera gentilezza, con coraggio, con una voglia di fare e donare che trovano riscontri in quelle generazioni di grandi imprenditori friulani, silenziosi e straordinari, capaci di avviare iniziative che hanno dato lavoro, benessere, speranza alla nostra terra.

A queste qualità Spangaro ha sempre aggiunto qualcosa di suo, e cioè un carattere molto aperto ed estroverso, con il quale ha saputo ascoltare, accogliere e aiutare chi si è trovato in difficoltà, facendolo con discrezione, quasi garantendo una sorta di presenza invisibile, mai distante o distratta. «Un vero pater familias», come disse di lui un grande amico, monsignor Pietro Brollo.

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