Friuli: 700 soci CoopCa firmano per chiedere i risarcimenti

di Lodovica Bulian.
Si gonfia il fiume di soci prestatori CoopCa che continuano a firmare l’esposto querela presentato in Procura dal Comitato dei risparmiatori tutelato dal legale Gianberto Zilli. E che costituisce anche il mandato a procedere all’azione risarcitoria nel caso le indagini aperte sul dissesto finanziario della cooperativa carnica sfocino in un procedimento penale e nell’individuazione di eventuali responsabilità. Dopo le “campagne” di raccolta firme avviate a Tolmezzo e a Cividale, queste hanno raggiunto ormai quota 700, ma la mole di sottoscrittori che «si sentono truffati» è destinata ad aumentare ancora. Un numero che non fa che rafforzare – e questo è anche l’intento dell’avvocato – il peso sociale del crac finanziario agli occhi della magistratura che sul dissesto CoopCa ha aperto un’inchiesta – titolare del fascicolo Elisa Calligaris – con 13 persone iscritte nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali ed esercizio abusivo del credito. Dopo l’istanza di proroga alle indagini preliminari di altri sei mesi, proseguono le azioni investigative condotte anche dal nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza, così come le audizioni di quei soci prestatori che a Zilli avevano fatto pervenire lettere su lettere di disperazione per i loro risparmi perduti e che l’avvocato aveva trasmesso in procura in qualità di ulteriori testimonianze. Convocazioni, quelle effettuate in queste settimane tra Fvg e Veneto, mirate a ricostruire, al di là dei documenti contabili e non solo già acquisiti nel corso delle perquisizioni negli uffici di Amaro, i dettagli della vicenda che ha travolto circa 3 mila soci prestatori per 26,5 milioni di euro. Gli inquirenti intendono vederci chiaro sulle dinamiche e sugli andamenti dei depositi del prestito sociale, anche attraverso i resoconti e i racconti dei soci coinvolti rispetto alla percezione della sicurezza del risparmio da parte degli stessi titolari di libretto, che nei colloqui a più riprese avrebbero ribadito la loro ferma convinzione che questi fossero tutelati dalla mutualità e che non fossero intesi come «capitali di rischio». Nel mirino dell’esposto querela, infatti, oltre alle eccedenze del rapporto tra patrimonio della cooperativa e prestito sociale, regolato dalla legge, figura anche la lettera con cui la società a luglio 2014 aveva incentivato i prestatori a depositare ancora approfittando di una campagna di tassi vantaggiosi, e riuscendo a far confluire nelle casse delle CoopCa oltre due milioni di euro in due mesi.